L’Unione nazionale cronisti italiani ha avviato una raccolta di firme telematica su un documento che “riassume le critiche al disegno di legge sulle intercettazioni e indica un sistema per rispettare la privacy delle persone non indagate salvaguardando il diritto costituzionale dei cittadini di essere informati in modo completo, compiuto e tempestivo sulle indagini giudiziarie”. L’Unci invita giornalisti e cittadini che condividono il documento a sottoscriverlo e inviarlo via mail ai destinatari: i componenti della commissione Giustizia della Camera, che sta esaminando il ddl, e i capigruppo di Montecitorio.
Nel documento, spiega l’Unci, si ricorda che “il provvedimento in pratica cancella ogni possibilità di cronaca giudiziaria prima della celebrazione dei processi, con la conseguenza che i cittadini non potranno sapere nulla per anni su reati molto gravi che coinvolgono l’intera collettività”.
L’Unci sottolinea che Fnsi, Ordine e tutti i giornalisti “sono pienamente favorevoli alla tutela delle persone estranee all’indagine”: obiettivo che però “si può ben realizzare intervenendo solo e unicamente sulla disciplina di produzione degli atti processuali prima del loro deposito”. Per l’Unione cronisti è dunque condivisibile l’ipotesi di modifica dell’articolo 292 del Codice di procedura penale, che prevede che “il gip non possa più inserire la trascrizione delle intercettazioni telefoniche delle persone estranee all’indagine nell’ordinanza di custodia cautelare: in questo modo le persone innocenti saranno efficacemente tutelate”. In segno di protesta contro il ddl sulle intercettazioni l’Unci ha completato il Giro d’Italia della libertà d’informazione, con manifestazioni nelle piazze di tutta Italia, che culminerà mercoledì 5 novembre in una grande manifestazione in piazza Montecitorio.
Luisa Anna Magri
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