Soltanto ieri, prima della pubblicazione dei conti, le azioni in Borsa della News Corporation hanno chiuso con un + 0,9% pari a 15,73 dollari.
Oggi Rupert Murdoch riflette su alcuni dati molto significati emersi dal rapporto sul 2° trimestre dell’anno appena trascorso.
C’è di buono che, complessivamente, il Gruppo ha registrato 328 milioni di dollari di profitto contro i 327 relativi allo stesso periodo del 2013, così come i ricavi sono cresciuti dell’1,9% passando da 2,24 miliardi di dollari del 2013 ai 2,28 miliardi del 2014 possibili soprattutto grazie all’ottimo riscontro della sezione libri e dei real estate.
Ma quel che preoccupa l’inossidabile patron sono i giornali, core business del suo impero editoriale.
In questo ambito, infatti, i ricavi hanno riportato un -6% fermandosi 1,52 miliardi di dollari a causa del calo degli investimenti pubblicitari (fenomeno tristemente noto anche nel Belpaese!) su giornali e quotidiani inglesi, australiani ed americani e che hanno interessato in primis testate prestigiose come The Guardian, Wall Street Journal e New York Post, tanto per fare qualche nome.
E più precisamente, i profitti dell’advertising hanno subito una flessione del 9% ma i ricavi netti dell’intero comparto fanno registrare un calo ancora più evidente del 15% che ha turbato non poco anche gli azionisti del Gruppo.
Intanto, solo poche ore fa lo Squalo ha incassato un altro colpo basso dal principe saudita Al Waled bin Talal che ha annunciato il suo ritiro dalla News Corporation, affermando che preferisce investire altrove il suo denaro.
Vedremo se e come reagirà il magnate a tutto questo e soprattutto se conserverà la sua sagacia e proverbiale ironia come pochi giorni fa quando ha “cinguettato” con Mike Bloomberg (proprietario della famosa Agenzia di stampa da cui prende il nome) invitandolo provocatoriamente ad acquistare il New York Times come unica possibilità per essere davvero felice!
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