Brutte notizie a Tgs, Telegiornale di Sicilia, dove sono stati annunciati ben nove esuberi. Si tratta di cinque giornalisti, ta cui il coordinatore di redazione, tre tecnici di montaggio, operatori e un tecnico radio. Il provvedimento è stato annunciato dall’azienda in una lettera inviata al fiduciario di redazione e alla direzione Ammortizzatori sociali del centro per l’impiego di Palermo. La decisione ha scatenato una furibonda polemica. Una sola voce si è alzata, dal mondo della politica e da quello del sindacato: indebolire, ancora di più, un’emittente storica come Tgs è un danno incalcolabile al pluralismo sull’Isola, specialmente adesso che incalzano le elezioni regionali e nazionali.
Il presidente dell’assemblea regionale Gianfranco Micciché ha affermato: “Tgs è un’emittente storica della Sicilia occidentale, una voce libera dell’informazione isolana che rischia di scomparire. Auspico che la società editrice possa trovare una soluzione per evitarne la chiusura e i licenziamenti”. Gli ha fatto eco il deputato regionale Pd Antonello Cracolici: “L’emittente rappresenta da decenni un punto di riferimento per l’informazione locale e regionale. Comprendo bene che l’intero settore sta attraversando una fase molto difficile ma considero grave la decisione di avviare le procedure di mobilità”.
Il segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo, e il segretario Slc Cgil Palermo, Marcello Cardella hanno dichiarato: “È un fatto gravissimo, verrebbe meno una voce importante a garanzia del pluralismo dell’informazione da parte di una emittente regionale storica che ha da sempre seguito e raccontato, con i suoi notiziari, le interviste e gli approfondimenti in studio la cronaca e la storia della nostra città. Siamo accanto ai lavoratori, tecnici e giornalisti, che con impegno e professionalità da anni hanno messo a disposizione le loro competenze e che hanno creduto nel rilancio della testata. E faremo di tutto per scongiurare i licenziamenti”.
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