Legnini è sicuro: “Migliaia di posti lavoro per i giornalisti grazie agli incentivi”

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Giovanni Legnini
Giovanni Legnini

Saranno “molte migliaia” i posti di lavoro a tempo indeterminato per i giornalisti che vedranno trasformati i propri contratti grazie agli incentivi. A prevederlo è il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini, interpellato a Napoli circa gli effetti dell’introduzione degli sgravi fiscali per la stabilizzazione dei precari nelle aziende editoriali, a margine di un seminario su stampa, editoria e informazione organizzato in occasione della presentazione della terza serie della rivista “Diritto e Società”.
Il sottosegretario, rispondendo a una domanda circa la quantità di persone che saranno stabilizzate grazie agli incentivi, non ha comunicato un dato preciso dal momento che “la situazione è ancora in scorrimento”, ma, ha aggiunto: “vi è un ritmo abbastanza sostenuto nella richiesta degli incentivi”.  “E’ uno strumento in più” ha proseguito, “non ha valore miracolistico, ma è importante” ha detto.
“Molte migliaia di posti di lavoro verranno creati grazie allo strumento incentivante”, ha incalzato. Quel che è certo, è che “introdurremo un criterio di priorità nella valutazione dei piani di riconversione delle aziende editoriali in crisi. Riteniamo che nel valutare le crisi aziendali per la necessità di ammortizzatori sociali e prepensionamenti, le aziende ci devono dire se e quanti giovani assumeranno”.
Alla domanda se questo parametro sarà vincolante o meno, il sottosegretario ha risposto: “Lo vedremo, ma non daremo soldi a fondo perduto alle aziende”.
Parlando poi della legge sull’equo compenso, l’esponente del governo ha rivelato di aver “riconvocato la commissione l’8 ottobre scorso”. “Ho chiesto a tutti i partecipanti di formulare una proposta. Si è preso atto che è molto complesso formulare una proposta concreta” ha quindi ammesso. “Pertanto – ha concluso – mi sono fatto carico di formulare io una proposta entro un mese dopo aver preso atto che non ne sono arrivate di significative”. Dal sottosegretario, infine l’assicurazione di “una valutazione complessiva entro l’anno” sul tema dell’equo compenso. 

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