LEGGE COMUNITARIA: VIA LIBERA DEL SENATO. OK ALLE NORME SUL DIGITALE TERRESTRE

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Tra le novità recepite nell’ultimo passaggio a Montecitorio della legge comunitaria 2008 c’è la norma pensata per chiudere la procedura d’infrazione Ue sulla legge Gasparri. La misura recepisce la delibera dell’Agcom dello scorso aprile relativa al digitale terrestre. Si tratta di un ulteriore passo del percorso messo a punto con Bruxelles e che dovrebbe essere completato dalla gara per i cinque multiplex che dovrà tenersi entro il 2009. Prima dell’approvazione definitiva, però, il testo dovrà essere licenziato dal Senato.
“La legge comunitaria, così come voluta dalla maggioranza, chiude con un colpo di spugna la possibilità che la tecnica digitale possa effettivamente portare a un superamento del duopolio Rai-Mediaset, aprire nuove opportunità creative, far crescere nuove imprese”, ha dichiarato Vincenzo Vita, vicepresidente della commissione Cultura. “Infatti – ha detto ancora – non si è voluto mettere mano all’articolo 45 che è una burocratica presa d’atto della delibera dell’Autorità per le Comunicazioni, nel cui seno vi era stato pure un acceso dibattito. Viene così impedita una vera gara per assegnare i multiplex digitali, mentre a far la parte del leone sono le vecchie concentrazioni nate con il far west analogico. Tutto questo non ci salva dalla infrazione comunitaria in materia di frequenze, né è di ausilio ai cittadini che si trovano costretti a cambiare televisore o a comprarsi un decoder senza capire bene quali saranno le novità effettive offerte”.
Vincenzo Vita fa riferimento al dibattito che si era aperto, in sede di discussione, in merito alla presentazione dell’emendamento (poi respinto) presentato dal ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni. Tale emendamento aggiungeva alla pronuncia dell’Agcom tre paletti: evitare il protrarsi di posizioni dominanti; stabilire che la gara procuri un’adeguata valorizzazione alle casse dello Stato (sia cioè un’asta competitiva e non un ‘beauty contest’); riservare un dividendo digitale agli operatori di telecomunicazioni.

A maggio, in occasione del voto alla Camera, il viceministro per le Comunicazioni, aveva commentato che la Commissione Europea è pronta a “chiudere la procedura di infrazione” aperta a carico dell’Italia nel 2006, spiegando che i Commissari Ue alla Concorrenza Neelie Kroes e ai Media Viviane Reding gli hanno scritto una lettera indicando tre condizioni, in via di realizzazione, per chiudere la procedura di infrazione.
La Ue ha quindi chiesto: l’adozione di una delibera sul dividendo digitale che riguarda le nuove reti che si libereranno con il passaggio alla nuova tecnologia, in base ai criteri già individuati dall’Agcom; l’inserimento di tali criteri in una norma primaria di legge; la realizzazione del disciplinare di gara per l’assegnazione delle nuove frequenze come stabilito. Secondo Romani, “la prima condizione è già realizzata, perché l’Autorità ha approvato l’apposita delibera lo scorso aprile; la seconda è in via di confezione, perché con un emendamento abbiamo acquisito la delibera dell’Agcom nella legge comunitaria che è in corso di approvazione alla Camera. Quanto alla terza condizione, c’è l’impegno a realizzare la gara come stabilito dall’Authority”.

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