LE FREQUENZE TV NON SONO BANDA LARGA. ECCO IL PERCHE’

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Il segnale televisivo viene trasmesso utilizzando una frequenza di trasmissione detta portante. L’insieme delle portanti occupano lo spazio di frequenze che va da 47 MHz a 862 MHz. Tale gamma di frequenze è divisa in 2 parti (bande): VHF e UHF. La televisione digitale sfrutta tecniche di modulazione diverse da quelle normalmente impiegate dalla televisione
analogica e a loro volta differenziate per ogni modalità di trasmissione: terrestre, satellite o cavo. Ciò costringe di
fatto ad impiegare apparecchi riceventi diversi per ognuna di queste modalità.
Per trasferire a distanza segnali televisivi si sfrutta un processo chiamato modulazione, con il quale il segnale
televisivo, che sia analogico o digitale, sfrutta una portante (carrier) ad alta frequenza come mezzo di trasporto. Con
questo sistema si possono trasferire informazioni video, audio e dati per lunghissime distanze come quelle che
separano i satelliti dalla terra (ca 36000 km).
Nelle trasmissioni per via terrestre viene impiegata la modulazione di ampiezza AM che è caratterizzata da una
ridotta larghezza di banda del canale TV; infatti nel sistema PAL B/G, che è normalmente impiegato nelle
trasmissioni terrestri italiane, ad ogni canale TV viene assegnata una banda larga 7 MHz in banda VHF (Very High
Frequency) e 8 MHz in banda UHF (Ultra High Frequency).
Se il segnale tv digitale deve essere diffuso per via terrestre si richiede l’impiego di modulazioni digitali non
influenzate dai fenomeni di riflessione (come invece accade spesso per l’attuale trasmissione analogica) e quindi
particolarmente robuste ai cammini multipli. Per questo scopo viene quindi adottata la modulazione COFDM
(Coded Orthogonal Frequency Division Multiplexing) in accordo con lo standard DVB-T ( Digital Video
Broadcasting – Terrestrial).
Tuttavia si tratta di dare delle precisazioni riguardo all’utilizzo della banda televisiva per la diffusione della banda larga senza fili e il superamento del digital divide. E’ giusto sostenere che le frequenze nella banda tra i 790-862 MHz, se liberate, potrebbero dare spazio a servizi di comunicazione elettronica, ed è giusto affermare che le frequenze possono aiutare a risolvere il digital divide ma arrivare ad affermare che le frequenze 800MHz possono essere considerate la banda larga wifi è impreciso. Innanzitutto è necessario precisare il termine wifi, il quale viaggia su frequenze libere di 2.4GHz non licenziate. Definirla letteralmente banda larga wifi è quindi scorretto.
Inoltre le frequenze Tv non sono banda larga e mai lo potranno essere: le onde a bassa frequenza trasportano molta meno banda delle onde ad alta frequenza ma hanno due vantaggi:
– il primo di essere ad ampio raggio, molto più lungo delle onde ad alta frequenza e quindi servono molti meno antenne
– il secondo di attraversare i muri e quindi di essere molto più raggiungibili
Calcolando che quindi la banda trasportata è relativamente molto poca e la popolazione servita è tantissima la banda disponibile per ogni utente finale è infinitesima e sicuramente non è banda larga. Infatti la copertura fornita dalle antenne ovviamente cresce all’aumentare del raggio coperto e quindi le persone coperte crescono in modo esponenziale.
Non a caso infatti l’umts e l’hspa viaggiano su frequenze alte e a corto raggio che permettono di portare tantissima banda. Ma come si può notare più la velocità è alta più la ricezione tra edifici e muri diminuisce perché le onde non riescono ad attraversare quei tipi di superfici.
Le frequenze di 800MHz nn potranno mai essere un sostituito o un aiuto “importante e considerevole” per la banda larga. Non si può vedere un video o ricevere in streaming un contenuto multimediale. Le frequenze in questione vanno bene per la mail, per la chat che sono comunque servizi di fondamentale importanza.

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