LE DIMISSIONI DI LUNA E LA SOLIDARIETA’ DEI COLLEGHI DELL’UNITA’

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Solo a Roma poteva nascere un giornale come Il Romanista. Qua dove il calcio è la cosa più importante al mondo, per i romanisti il mondo è solo giallo e rosso. “Il quotidiano dei tifosi più tifosi al mondo” fu la fulminazione che venne a Riccardo Luna, ex Corriere dello Sport, che lavorò un anno per mettere assieme un pool di imprenditori disposti a finanziare la sua scommessa. Pronti, via: un successone. Redazione ridottissima, la scommessa diventà realtà. Una realtà ingombrante che sconquassa il mondo delle radio e dei gruppi del tifo più caldo: quelli per cui la Roma è soprattutto un business, un lavoro con cui campare. E proprio da qui arriva il nemico, più nemico: quel “Marione” Corsi, estremista di destra con gravi precedenti penali, che si è “ricicciato” come star delle onde medie giallorosse. I suoi rapporti con la società sono così forti che i giocatori parlano con lui anche quando sono in silenzio stampa. E a Marione “Il Romanista” di Luna non piace. Troppo contro, troppo moralista. Decide di fargli la guerra e fare pressioni sulla società perché la guerra gliela faccia anch’essa. E così da un anno i giocatori della Roma non danno interviste al Romanista, le campagne pubblicitarie (Wind in testa) vanno su tutti i quotidiani tranne che sul Romanista. Come ricorda Luna nel suo editoriale d’addio: “Hanno convinto il lattaio a non portarci più il latte”. Il giornale è in difficoltà, soprattutto finanziarie, da mesi si parla di un addio di Luna (al suo posto si era parlato di Roberto Renga del Messaggero) che si sacrifica per far sopravvivere la sua “creatura”. In tutto questo arriva il commento di Marione Corsi: “Le dimissioni di Luna? Non me le accollate, io non sono così potente, comunque sono felice”.

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