LE CONTRADDIZIONI DELLA POLITICA SULLA SICUREZZA E LE INTERCETTAZIONI

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Il Parlamento italiano da una parte approva decreti legge e leggi sulla sicurezza, con tanto di reato di immigrazione clandestina e l’aggravante per chi, straniero, commette un crimine che viene punito con una pena maggiore rispetto allo stesso delitto commesso da un italiano, oppure blocca il disegno di legge sulla messa in prova (lavori di pubblica utilità per pene sotto i tre anni) e sulla possibilità di scontare gli ultimi 12 mesi di carcere residui agli arresti domiciliari. Ma dall’altra tenta di approvare una legge come quella sulle intercettazioni che, all’opposto, impedirà di disporre gli ascolti, di richiedere i tabulati telefonici, di mettere le microspie, su telefoni e luoghi per cui non si abbia già la certezza che si tratti di un potenziale indagato. La ragione? E’ evidente: con una legge che dà la possibilità di tenere le utenze sotto controllo per non più di 75 giorni (e solo nei casi gravissimi, perché altrimenti la durata ordinaria è di 30 giorni prorogabili per altri 30, per di più in due successive tranche), magistrati e agenti arresteranno meno persone, e di conseguenza ci saranno più criminali in giro e meno gente in galera. (La Repubblica.it)

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