LAVITOLA: COME TI “ROVINO” UNO STORICO QUOTIDIANO

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Somme incassate a titolo di contributi per l’editoria sarebbero state distratte dalle casse della società editrice e destinate a «soggetti domiciliati all’estero». È quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli sull’ex direttore dell’Avanti, Valter Lavitola, rientrato in Italia dopo una lunga latitanza in Sudamerica. I presunti illeciti riguardano i contributi erogati alla società editrice International Press che sarebbero stati incassati attraverso la documentazione attestante spese in realtà mai sostenute come quelle relative allo «strillonaggio».
Un uomo disonesto ha trascinato nel vortice degli illeciti la “reputazione” dello storico quotidiano socialista, oltre a tutti quelli che in quel giornale ci credevano e ci lavoravano. Il quotidiano che dopo la gestione truffaldina di Lavitola e la riedizione guidata da Rino Formica, ora esce anche in versione online diretto da Giampiero Marrazzo ha deciso di costituirsi parte civile contro Lavitola.
Il quotidiano l’Avanti! Fu pubblicato per la prima volta il 25 dicembre del 1896. Uno dei primi capi redattori fu Leonida Bissolati, noto esponente del movimento socialista. Tra le vicende storiche ricordiamo la tenace opposizione del giornale all’entrata in guerra dell’Italia durante la Prima Guerra Mondiale, che si tramutò ben presto in un’effettiva inversione di tendenza per le pressioni esercitate dal direttore Benito Mussolini. Nel 1919 i fascisti ne incendiarono la sede ottenendo la sospensione delle pubblicazioni. L’Avanti! continuò comunque la sua diffusione in esilio uscendo con pubblicazioni settimanali sia a Parigi che a Zurigo. Il giornale si riaffacciò sul territorio italiano durante il periodo del dopoguerra e precisamente nel 1943. Dopo i tempi d’oro degli anni ottanta in cui acquistò una certa importanza tra i segretari del PSI che contribuirono in modo attivo alla stesura di alcuni suoi articoli, primi fra tutti Bettino Craxi, il giornale venne definitivamente chiuso in seguito alla crisi che colpì il Partito Socialista.
Nel 1994 Lavitola (vicino ai socialisti di Forza Italia) registra la nuova pubblicazione, L’Avanti!, uguale nella grafica allo storico quotidiano. Comincia a lavorare di bianchetto e in poche settimane sparisce prima la “L” e poi, magicamente, anche l’apostrofo. E per completare il clamoroso falso, compare, sul frontespizio, la frase “Quotidiano socialista dal 1896”. Naturalmente, la nuova testata nulla ha a che fare con quella che ha fatto la storia del PSI.
Nel novembre scorso il partito socialista si è riappropriato dell’Avanti! con un atto di cessione politica della testata a titolo gratuito firmato dal liquidatore del Psi, Francesco Spitoni e dal tesoriere-legale rappresentante del Ps, Oreste Pastorelli: è stata ceduta «irrevocabilmente e in via esclusiva la proprietà, anche morale», compresa la denominazione e la veste grafica della testata. Così L’Avanti! È tornato in edicola pubblicato da «Critica sociale» e diretto da Rino Formica, ha una proprietà collettiva con una periodicità quotidiana, «per dare la forza dell’unità a tutte le tendenze del socialismo italiano, disperse e deboli lungo il corso di un buio ventennio».
«Lavitola? Spaventoso, non mi viene altro in mente, fa impressione vedere l’Avanti! rappresentato da questo ex direttore che porta nel fango un nome di questo genere», sono le parole di Maria Chiara Acciarini, ex senatrice del Pd e nipote di Filippo Acciarini, militante socialista antifascista che non ebbe neanche il tempo di vedere l’ultima copia del quotidiano fresco di stampa perché fu arrestato dai fascisti nel marzo del ’44 e deportato a Fossoli e poi a Mauthausen, dove morì. «Due mondi opposti», la vita del nonno è stata «proprio il contrario di quella di Lavitola, dedita esclusivamente al conseguimento di un risultato economico».
«La Costituzione è costata troppo dolore, e gli esempi come quello di mio nonno dovrebbero non essere dimenticati, anche le forme in cui oggi la sinistra si incarna e lavora dovrebbero avere sempre questi grandi punti di riferimento». Come Leonida Bissolati, Pietro Nenni, Riccardo Lombardi, Sandro Pertini, Antonio Ghirelli, tutti direttori de L’Avanti! prima che un faccendiere massone ne deviasse la storia su un binario giudiziario.

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