LATINA OGGI IN CRISI. SI RISCHIA LA CHIUSURA

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A sei mesi di distanza dal misterioso, avventuroso salvataggio dal fallimento da parte della famiglia Palombo Latina Oggi quotidiano già del gruppo Ciarrapico è in crisi. Crisi nerissima, dipendenti senza stipendio e senza prospettiva. Nel giornale gemello, Ciociaria Oggi, l’esodo di chi può andarsene è inarrestabile. Ieri se ne sono andati in quattro, Chi ha pilotato l’operazione, chi ha convinto i giudici fallimentari che i Palombo fossero in grado di condurre l’operazione fino in fondo, facendo fronte a 16 milioni di debiti. Oggi gli editori dicono di essere stati truffati, di non aver avuto in mano i conti giusti. Possibile? E mentre parte un nuovo quotidiano regionale, l?Opinione, con delle pagine (tre) dedicate al Pontino, Latina Oggi affonda. L’Associazione Stampa Romana, la Slc-Cgil di Latina e Frosinone e la Uilcom-Uil di Frosinone hanno incontrato i rappresentati della Neo Srl, casa editrice dei quotidiani Latina Oggi e Ciociaria Oggi per confrontarsi sullo stato di salute delle testate. “L’azienda – si legge in una nota del sindacato – ha comunicato ai sindacati di giornalisti e poligrafici la risoluzione del tribunale che ha negato lo sblocco dei fondi per l’editoria dell’anno 2006, sequestrati nell’ambito dell’inchiesta che coinvolge il senatore Ciarrapico. La decisione del magistrato complica ulteriormente una situazione già gravata da un pesante passivo vista l’esposizione della Neo verso molti creditori, a cominciare dai dipendenti e dai collaboratori per finire con gli Enti Previdenziali. A fronte di questo la Neo ha chiesto ai sindacati di rinnovare l’accordo sullo stato di crisi che prevede un contratto di solidarietà con riduzione di orario e salario del 30%, la Neo, però, chiede di mutare l’ammortizzatore sociale accedendo alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, così come previsto dalla legge 416.
I sindacati hanno obiettato che a tutt’oggi non sono chiari né le cifre esatte del debito, né quelle correnti di entrate e uscite, manca inoltre un chiaro piano industriale e un piano editoriale di rilancio delle testate, tutti elementi senza i quali non è possibile aprire alcun tavolo di discussione. Il senso di responsabilità verso i lavoratori, dipendenti e collaboratori, ha portato comunque i sindacati a sottoscrivere un verbale di incontro nel quale si ipotizza l’accesso alla Cigs, previo accordo sindacale, subordinando comunque la firma alla presentazione di un trasparente quadro contabile, di un piano industriale ed editoriale convincenti e, soprattutto alla regolarizzazione delle retribuzioni dei lavoratori, sia dipendenti che collaboratori. L’azienda si è impegnata a soddisfare tutte le condizioni poste entro il 2 novembre, data nella quale si dovrebbe aprire il tavolo di verifica alla Fieg. I sindacati hanno comunque ribadito che non sottoscriveranno alcun accordo se prima non verrà erogata almeno una mensilità piena, di quelle arretrate, a dipendenti e collaboratori”.

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