“Il 28 maggio 1980 a metà mattinata Walter Tobagi, presidente ALG e inviato del Corriere della Sera fu assassinato a pochi passi da casa sua. Un gruppo di giovani apprendisti terroristi, capeggiati da Marco Barbone, lo attendeva: gli spararono in due, alle spalle”. L’Associazione Lombarda dei Giornalisti ricorda la barbara uccisione del giornalista, già presidente proprio dell’Alg, da parte di un commando delle Brigate Rosse. “Il volantino di rivendicazione dell’assassinio lo indicava proprio come presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, carica che aveva assunto due anni prima, nel 1978. Tobagi aveva 33 anni; sposato, due figli: Luca e Benedetta. Benedetta, che allora aveva appena tre anni, è giornalista e si è dedicata a libri inchiesta sull’esempio del padre. Il quarantennale della sua morte dovrebbe essere ricordato con manifestazioni pubbliche, che in questo periodo non sono possibili. L’ALG gli ha dedicato un numero speciale del Giornalismo: è visibile on-line dal sito dell’Associazione. È disponibile anche in forma stampata nella sede dell’Associazione”.
E quindi: “La lezione di Tobagi è preziosa sia per il mestiere di giornalista sia per l’attività del sindacato. La sua regola era di equilibrio, scrupolosità, accuratezza nel lavoro. Di questi tempi si può dire che il suo metodo era, ed è ancora, il perfetto antidoto alle fake news. Perciò lo si studia nelle scuole di giornalismo”. E infine il monito: “Per il sindacato – attività alla quale si dedicò rubando tempo ed energie ad un lavoro da grande inviato – vale ancora la sua lezione: non si devono scimmiottare i politici, non si devono corteggiare i poteri. Il sindacato della stampa non sia fazioso o cortigiano; deve essere “da una parte sola, quella dei giornalisti”.
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