L’allarme dei librai: “Non si legge perché è mancata una strategia”

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Possiamo fare ciò che crediamo ma il problema è che in Italia si legge poco. E ciò accade perché negli anni scorso “è mancata una strategia istituzionale forte per la promozione del libro e della lettura. Per forte intendo un impegno economico rilevante”. Parole e musica di Paolo Ambrosini, presidente dei Librai italiani ( Ali), che all’AdnKronos ha commentato i dati Istat esangui sui lettori: “Come prospettiva mi sembra che al livello istituzionale ci sia attenzione verso il tema del libro e della lettura. Il ministro della Cultura Sangiuliano, infatti, ha recentemente dichiarato, durante il nostro incontro del 3 marzo organizzato per il lancio della Scuola dei Librai italiani, che come esiste un fondo per lo spettacolo così dovrebbe esistere un fondo unico per il libro”. Ambrosini ha spiegato di augurarsi “che ci sia da parte delle Istituzioni attuali un impegno forte a sostenere delle politiche attive sulla lettura. Ovvero per esempio, come chiediamo da decenni, varando la detrazione fiscale sui libri. Sarebbe una forma di aiuto alle famiglie”.
Il presidente dell’ Ali, ha sottolineato il ruolo delle librerie, attive nella diffusione capillare del libro e del piacere della lettura attraverso una serie di iniziative. Su tutte, “le presentazioni di libri, la creazione di circoli e gruppi di lettura, la promozione dei libri nelle scuole e i consigli dei librai ai lettori. Si tratta di attività che le librerie svolgono singolarmente. Stiamo discutendo internamente una strategia comune perché finalmente, per la prima volta da quando l’associazione è stata fondata nel 1946, intorno allo stesso tavolo siedono tutti i player più importanti del mondo librario. Siamo in presenza quindi di un momento favorevole per definire una linea dell’Associazione che possa poi essere rappresentativa di quello che gli operatori fanno nel mercato”.

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