L’AGCOM APPROVA LE PRIME REGOLE PER L’EX BEAUTY CONTEST

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«Il consiglio dell’Agcom presieduto da Angelo M. Cardani ha approvato il 15 novembre scorso, con due astensioni, uno schema di provvedimento da sottoporre a consultazione pubblica, concernente le regole per l’assegnazione delle frequenze televisive del digitale terrestre riservate al dividendo digitale nel piano nazionale delle frequenze (ex beauty contest). L’Autorità ha rivisitato lo schema al fine di tener conto del principio di neutralità tecnologica ribadito dalla normativa comunitaria.
Le previsioni normative della legge 44/2012 – che ha dato avvio alla procedura di gara – hanno portato l’Autorità a riservare un diverso trattamento alle frequenze della banda 700 MHz, destinate in un prossimo futuro al radiomobile di nuova generazione (LTE). I multiplex messi all’asta sono sei: tre del sottoinsieme U (lotti U1, U2, U3), con un diritto d’uso per cinque anni, in quanto la banda 700 MHz dovrà essere ripianificata; tre del sottoinsieme L (lotti L1, L2, L3) destinati alla sola Tv per 20 anni.
L’Autorità ha poi precisato con un comunicato stampa che nessun soggetto è escluso dalla partecipazione alla gara per l’assegnazione delle frequenze televisive, ma che solo per i tre lotti c.d. L è prevista una riserva per particolari categorie di soggetti (nuovi entranti e piccoli operatori). Ne deriva che alla gara per i c.d. lotti U, possano partecipare tutti gli operatori, considerato che, al momento, nessuno ha raggiunto il cap di 5 multiplex DVB-T. Quindi anche Mediaset e Rai potranno partecipare all’asta.
Tuttavia, se Rai e Mediaset, che già dispongono di 4 multiplex Dvb-t, decidessero di partecipare all’asta onerosa aggiudicandosi il quinto multiplex, non potrebbero più convertire gratis i multiplex (dal DVB-H e simili al DVB-T; N.d.R.), in quanto sforerebbero il limite dei 5 multiplex fissato dalla Commissione Europea. La consultazione pubblica avrà la durata di trenta giorni al termine della quale, l’Autorità riesaminerà il provvedimento per il successivo inoltro alla Commissione europea, che formulerà su di esso un parere definitivo».

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