LA7. CAIRO: «CON DELLA VALLE SI PUÒ DIALOGARE»

0
647

Qual è il valore aggiunto della mia offerta? Io sono un editore puro, gli altri no. La7 è una televisione che negli ultimi io anni ha perso circa 100 milioni all’anno. Per risanarla occorre un editore e io credo, dal mio approdo in Borsa nel 2000, di aver dimostrato di saper fare questo mestiere. In questi anni abbiamo dato 200 milioni di dividendi, abbiamo ancora 65 milioni in cassa e i nostri periodici vendono ogni anno 95 milioni di copie». Urbano Cairo, di Cairo Communication, ha consegnato venerdì sera agli advisor di Telecom Italia l’offerta vincolante per Lay. La proposta di acquisto riguarda soltanto la televisione. Spetterà al cda Telecom, previsto domani, scegliere l’offerta migliore. «La proposta del gruppo Cairo – spiega l’imprenditore – prevede l’acquisto de Lay e Layd». A fronte dell’impegno di investire sulla rete e di portare il pareggio di bilancio, sarebbe stato chiesto a Telecom un contributo traÌ5oeiioomilioni,ben inferiore alle perdite annuali de Lay. Inoltre Cairo si farebbe carico di quasi tutti i dipendenti. 1250 milioni di debiti di Timedia, invece, resterebbero a Telecom Italia al pari della parte più redditizia del gruppo, cioè i multiplex, capaci di generare 40-50 milioni di margine l’anno. In pratica Cairo si impegnerebbe a prendere la parte malata del gruppo e a risanarla. Secondo le stime di Cairo i multiplex potrebbero valere circa 350 milioni di euro. « Conosco molto bene il gruppo Timedia – spiega Cairo – visto che dal 2003 ne sono concessionario di pubblicità. Nel 2002 il gruppo fatturava 40 milioni, mentre oggi il fatturato è 4 volte tanto. Nello stesso periodo l’audience share è pas sata dal 2 al 3,45%. Nel 2008 il gruppo Cairo ha stretto un accordo di concessionaria pubblicitaria con un minimo garantito di raccolta di 120 milioni: abbiamo costantemente superato questa soglia. A fronte di un mercato in calo del 19%, su Lay abbiamo archiviato una crescita del 44%, tanto più rilevante se si pensa che gli ascolti sono aumentati del 12%». Cairo ha incontrato nelle scorse settimane alcune delle stelle e dei professionisti della rete spiega l’imprenditore – e credo che il valore aggiunto della rete sila nell’indipendenza dei giornalisti. Ho dato quindi garanzie sull’indipendenza de La7. Resterà una tv di qualità fecalizzata sulle news e sull’approfondimento. Se ne diventerò azionista, metterò mano solo ai costi in eccesso, tagliando dove necessario, come ho fatto an ni fa alla Giorgio Mondadori, quando ho mantenuto intatta la qualità dei periodici senza licenziaregiornalisti, anzi potenziando il portafoglio dei magazine». Un ultimo accenno riguarda la discesa in campo di Diego Della Valle: «Lo conosco bene – spiega Cairo -. I nostri rapporti personali sono buoni. Non ci siamo però sentiti sul tema». Possibile un’allenza? L’impressione è che un’iniziativa comune per La7 non sia così improbabile. Cairo potrebbe infattti essere disponibile su tema. «Io non ho – ha aggiunto – alcuna finalità di tipo politico o relazioni con il mondo Fininvest. Ho lasciato Publitalia 17 anni fa perché licenziato da Silvio Berlusconi. Oggi sono a capo di un gruppo concorrente della Arnoldo Mondadori. Niente mi lega più a quella passata esperienza professionale».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome