LA STRETTA UNGHERESE SULLA STAMPA E SULLA PROVENIENZA RAZZIALE

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Il governo ungherese diventa sempre più intransigente ed arriva persino a certificare per così dire, la purezza della razza dei suoi deputati.
È successo a Nagy Gén, che si è dovuto sottoporre ad un test genetico dove sono stati analizzati 18 marcatori del suo Dna., col fine di dimostrare l’estraneità dalle etnie rom o ebree.
Il tentativo di tenere all’oscuro il nome del deputato è stato contrastato dai siti internet dove il nome di Gèn è rimbalzato subito in rete, indignando l’opinione pubblica.
Il fatto si era già diffuso nel Marzo scorso, scatenando lo sdegno soprattutto del Consiglio per la ricerca medica in Ungheria (Ett) che ha definito professionalmente sbagliato, eticamente inaccettabile e illegale, il documento ed ha avviato le procedure per un’inchiesta.
Alle proteste del consiglio medico hanno fatto eco quelle delle associazioni per i diritti umani , tra cui l’esponente Lydia Gall , una delle maggiori ricercatrici di Human Rights Watch per i Balcani e l’Europa.
La Gall ha definito il fatto grave per la situazione che sta vivendo negli ultimi anni una nazione come l’Ungheria,: “Nella situazione di grave tensione nazionalistica che vive l’Ungheria, dove la violenza razziale contro i Rom è in crescita, è preoccupante che un deputato sia ricorso a un attestato di ‘purezza razziale’ per “confermare ‘la sua “purezza’ ungherese ai potenziali elettori.
Azioni del genere aumenteranno solo l’odio razziale verso le minoranze, in particolare ebrei e rom”.
Non dimentichiamo infatti che in Ungheria il partito di estrema destra di Jobbik, a cui appartiene Gén, ha ottenuto il 17 per cento dei voti nelle parlamentari del 2010.
Il partito ha un chiaro stampo nazionalista, è tra i principali fomentatori dell’odio contro i rom così come contro gli stranieri in generale.
È un dato allarmante, ma per fortuna associazioni e movimenti per la difesa dei diritti umani e per la libertà d’espressione non mancano e si schierano contro la Costituzione che prevede la possibilità di imporre pesanti multe ai media e ai giornalisti che pubblicano notizie non equilibrate.
Il primo effetto di questa stretta autoritaria è stato l’arresto di due giornalisti colpevoli, secondo il governo di Budapest, di aver espresso opinioni politiche e personali.
Situazione in cui l’accaduto di Gén conferma uno stato dei fatti di crescente pericolo per la libertà individuale.

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