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La Spagna aprirà un’agenzia governativa per l’intelligenza artificiale

Un’agenzia governativa per l’intelligenza artificiale: la Spagna fa sul serio e, quantomeno, lancia un sasso nelle acque (stagnanti?) del controllo e della vigilanza digitale. La notizia è arrivata nei giorni scorsi ed è stata rilanciata, in Italia, soltanto dai siti specializzati. Complice, sicuramente, il sonnacchioso periodo natalizio e la non detta, ma ammessa nei fatti, volontà di non inimicarsi i nuovi cavalieri rampanti di quel far west chiamato web. Per il momento, l’Aesia, l’agenzia spagnola di vigilanza sull’intelligenza artificiale, non avrà un budget proprio. Ma potrà contare, almeno lo farà nel futuro secondo gli obiettivi stabiliti dal governo, su un organico da ottanta dipendenti. Sorgerà a La Coruna, capitale della Galizia, e sarà posta alle dipendenze del Ministero per la trasformazione digitale. Sarà operativa a partire dal 2 febbraio prossimo, come riporta Prima online citando l’agenzia Adn Kronos.  Si occuperà (anche) di promuovere le piccole e medie imprese digitali e le startup del settore Ai fornendo servizi di comunicazione e promozione finalizzati allo sviluppo “sostenibile e responsabile” del nuovo strumento che si propone di compiere l’ennesima rivoluzione digitale. Insomma, una via spagnola all’intelligenza artificiale passa dall’istituzione di un’agenzia ad hoc.

Il tema dell’intelligenza artificiale resta, quindi, caldissimo. Perché agisce su diversi piani tutti delicatissimi. Il primo riguarda la tenuta dell’occupazione e i rischi, nel breve e medio periodo, di licenziamenti di massa in ogni campo (a cominciare dall’editoria dove l’esempio tedesco rischia di fare scuola). Il secondo è quello che riguarda la tenuta della democrazia. Il web è quello che è, per carità. Ma gli italiani, e non soltanto loro, si informano in rete più che sui media tradizionali. Analisi e studi si sprecano. È online che i lettori, in fuga dai giornali, si riversano. E i rischi li conosciamo bene, fin troppo. Oggi basta un algoritmo per essere cancellati, spenti, silenziati. Nel silenzio delle istituzioni, per troppi anni disinteressate al fenomeno, è fiorito un coacervo di aziende troppo grandi per essere anche solo scalfite dalle legislazioni vigenti. Ciò ha indotto l’Ue, in mancanza di meglio (ossia di un suo campione digitale capace di poter imporre una visione sullo scenario globale) a legiferare, leggi su leggi. Intanto i giganti del web continuano, senza sosta, a drenare tutte le risorse possibili nel ricchissimo affare della pubblicità online che cresce, in geometrica progressione, con l’aumento degli utenti. Adesso, con la Spagna, si punta all’agenzia per vigilare sull’intelligenza artificiale. Meglio di niente, almeno qualcosa si muove.

Luca Esposito

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