LA SCURE DI TREMONTI SUI GIORNALI DI PARTITO E COOP (La Città)

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Il drastico taglio deciso dal Governo ai finanziamenti all’editoria, il 19%, potrebbe segnare il destino di molte testate storiche. L’allarme per il rischio chiusura è quanto mai trasversale ed eterogeneo. Da Claudio Fava, segretario di Sinistra Democratica a Roberto Fiore, leader di Forza nuova, sono molti i politici scesi in campo per dire no ai tagli contenuti nel decreto Tremonti che all’art. 44 ha ridotto il capitolo di spesa per il settore di 83 mln di euro per il 2009 e di 100 mln per il 2010. si assottigliano così fondi già ritenuti insufficienti dalle imprese.
Inoltre, il decreto ha soppresso il carattere di diritto soggettivo dei contributi pubblici all’editoria, stabilendo che i fondi verranno erogati in base all’andamento dei costi dello Stato. Nell’incertezza delle entrate e del loro volume per le testate non sarà più possibile scontare il credito presso le banche né mettere a bilancio la relativa voce.
Tra le novità introdotte c’è, inoltre, la segnalazione che in futuro l’accesso ai fondi pubblici si avrà in base alle copie effettivamente vendute e non alla tiratura come è stato fin qui, consentendo a giornali praticamente fantasma, fogli che mai hanno fatto mostra di sé nelle edicole, di accedere alla cassa dello Stato. Secondo quanto afferma il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, stabilendo il principio delle copie vendute al posto di quelle tirate per fissare l’importo dell’assegno staccato dallo Stato, sarebbe possibile dirottare i soldi risparmiati in favore delle testate “reali”. Bonaiuti si è impegnato ad usare le forbici in base alle dimensioni delle testate. “E’ stato necessario tagliare un sacco di spese in ogni settore e quindi anche l’editoria dovrà fare dei sacrifici” dichiara Bonaiuti aggiungendo però di condividere “l’esigenza di salvare certe isole per la diffusione della cultura delle idee: cercherò di tenermi su tagli proporzionali alla grandezza dei giornali”.

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