Oggi l’incontro su un tema (troppo) spesso sottaciuto, scordato, minimizzato: la salute mentale dei giornalisti. L’appuntamento nella sede della Fnsi a Roma alla presenza della segretaria generale Fnsi, Alessandra Costante, il presidente di Casagit Gianfranco Giuliani, Mattia Motta, già segretario aggiunto Fnsi ed ex presidente della Commissione nazionale lavoro autonomo, Cecilia Anesi di IrpiMedia, Maurizio Franco del Centro di giornalismo permanente. Irpimedia ha realizzato un’inchiesta sulle condizioni di salute mentale dei giornalisti. I risultati sono inquietanti. Nell’ambito del progetto ComeTiSenti, è stato sottoposto un questionario aperto ai cronisti con contratti parasubordinati e precari. Hanno risposto in 558. L’analisi dei risultati rivela che l’87% dei giornalisti precari 0afferma di soffrire di stress, il 73% di ansia, il 68% sente un senso di inadeguatezza. Ma non basta: il 40% dei giornalisti ritiene di soffrire di sindrome da burnout, di essere preda di attacchi di rabbia immotivati e di esser finiti vittime della dipendenza da internet e dai social network. Uno su tre non si nasconde e parla esplicitamente di depressione. Ma cosa scatena tanto disagio? Semplice: l’instabilità e la precarietà, i compensi troppo bassi, il fatto di rimanere sempre connessi e reperibili, i ritmi frenetici. Insomma, un lavoro h24 considerato (da troppi editori o sedicenti tali) come un hobby, un passatempo.
I risultati dell’indagine hanno portato al lancio della piattaforma www.cometisenti.info, che permetterà di inviare storie e segnalazioni anonime e fornirà strumenti per affrontare situazioni di stress o disagio psicologico.
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