LA “RISPOSTA GRADUALE” MADE IN USA CONTRO LA PIRATERIA ONLINE

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A consolidare il fronte pro-copyright statunitense ci sarebbe un accordo tra alcuni ISP e le principali Major dell’intrattenimento. A rivelarlo è la rivista specializzata Cnet.
La Recording Industry Association of America (RIAA), la Motion Picture Association of America (MPAA), vale a dire i gruppi commerciali per le quattro case discografiche più importanti e sei dei migliori studi cinematografici di Hollywood, avrebbero lavorato per anni pur di convincere gli ISP a prendere una posizione antipirateria sempre più netta. Esisterebbe un piano dettagliato, in base al quale i fornitori di banda sarebbero in procinto di adottare anche qui una “risposta graduale” (vedi Hadopi in Francia) per quegli abbonati che violino costantemente il copyright su Internet. Dopo alcuni avvertimenti scritti (denominati Copyright Alerts) indirizzati agli utenti accusati dai titolari dei diritti di scaricare materiale protetto anche mediante siti di peer to peer, scatterebbe la seconda fase delle comunicazioni da parte degli ISP e poi l’adozione di misure di contrasto immediato. Tra queste, le fonti parlano di una limitazione dell’ accesso ad Internet ad un numero limitato di siti (circa 200) per l’abbonato sospettato di infrangere la legge almeno fin quando non cessi il file sharing illegale. Sarebbe previsto inoltre un programma educativo sulla legge del copyright i cui costi dovrebbero essere sostenuti dagli stessi ISP e dai detentori del copyright.
“La proposta sembra avere tutte le carte in regola per diventare una delle strategie più incisive volte a combattere la pirateria online” ribadisce Cnet, soprattutto perché gli ISP coinvolti, responsabili dell’accesso ad Internet di una larga percentuale dei cittadini statunitensi, diverrebbero gli esecutori diretti dei provvedimenti volti a tutelare gli interessi delle Major dell’intrattenimento.
I critici dell’iniziativa non avrebbero mancato di osservare che la risposta graduale non consentirebbe il giusto processo, rifiutando l’eventualità che l’internet service provider di turno penalizzi un abbonato partendo da una semplice segnalazione dei titolari del copyright. Le fonti rivelano inoltre che a mediare l’accordo sia intervenuta anche La National Cable and Telecommunications Association (NCTA) tra i cui membri si annoverano Time Warner Cable, CableVision, Charter Communications, Comcast, and Qwest Communications, ovvero i principali stakeholder del settore delle telecomunicazioni. Ma le indiscrezioni non si fermerebbero qui, dato che anche la Casa Bianca verrebbe menzionata quale intermediario volto ad incoraggiare il suddetto accordo. D’altronde il Presidente Barack Obama ha sempre dichiarato che la proprietà intellettuale sia fondamentale per l’economia del paese, mentre la sua amministrazione si è contraddistinta anche per le innumerevoli pressioni al Congresso volte a far passare nuove normative a tutela del copyright oltre che istruire provvedimenti di enforcement anche a livello federale. Il che in parte motiverebbe ancora di più il sostegno incondizionato del Governo Usa alle iniziative in atto nel nostro paese (l’ultima delle quali è la delibera Agcom n. 668/2010) volte a tutelare il diritto d’autore online.
Manuela Avino

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