La Regione Molise cerca un giornalista, pubblicista, con almeno dieci anni di esperienza. E scatta la protesta dell’Ordine regionale dei giornalisti molisani che chiede, a gran voce, di annullare o quantomeno rettificare il bando. Ciò perché, come spiegano dall’Odg Molise, il requisito posto nel bando risulterebbe discriminante per i giornalisti professionisti. “Delle due l’una: o la Regione cerca un esperto di comunicazione e quindi non occorre l’iscrizione all’Ordine dei Giornalisti come requisito base, oppure se la ricerca è orientata su di un giornalista occorre l’iscrizione all’Ordine in entrambi gli elenchi: professionisti e pubblicisti”, tuonano i giornalisti molisani. Che rincarano la dose: “L’Ordine dei Giornalisti del Molise non entra dunque nei requisiti accessori, sulla anzianità, sui titoli di studio, sul contratto e sulle mansioni, peraltro di pertinenza sindacale, ma chiede o l’apertura a tutti gli iscritti o l’eliminazione della obbligatorietà del giornalista. Non a caso per i comunicatori occorre la laurea specifica in scienze della comunicazione ed equipollenza, che non si ravvede nel bando”.
Insomma, non c’è pace sulla vicenda dei bandi. Sui requisiti che vengono posti dagli enti pubblici e che, troppo spesso, assomigliano un po’ a condizioni a dir poco fantasiose e non riducibili neanche a un’idea precisa. Ci sono enti che vogliono “solo” professionisti, altri invece che cercano soltanto pubblicisti. Ma, in attesa di una riforma che stenta a decollare così come tante altre vicende sullo sfondo dell’editoria e dell’informazione, un giornalista, pubblicista o professionista, lo è a prescindere dall’elenco in cui sono riportati i suoi dati nominativi e in cui risulta perciò iscritti: anche in Molise.
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