LA RAI OSTAGGIO DELLA POLITICA (FAMIGLIA CRISTIANA)

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Il caso di Riccardo Villari, medico epatologo di Napoli, già democristiano molto apprezzato da Ciriaco De Mita che lo voleva sindaco della città partenopea, tra i fondatori del Pd con un passato nell’Udeur di Mastella, presidente della Commissione di vigilanza Rai, votato dal Pdl e disconosciuto da tutti (o quasi), ha il sapore di un pernacchie sulla già disastrata emittente di Stato. La cronistoria di questa vicenda, non ancora finita, è davvero surreale, degna di una sceneggiata napoletana. Cominciamo dal suo inizio.
«Non assumerò decisioni in contrasto con quello che deciderà il mio partito». È il 3 novembre 2008 e la maggioranza degli italiani, nel leggere sui giornali la sua prima dichiarazione, scopre per la prima volta l’esistenza del deputato del Pd Riccardo Villari.
Lì per lì sembra tutto chiaro: la Commissione chiamata a vigilare sui contenuti dei programmi della Rai è in stallo da tempo. I consiglieri di vigilanza continuano a riunirsi con un nulla di fatto: hanno già votato a vuoto 46 volte. La presidenza spetta a un deputato dell’opposizione. Il Pd vorrebbe Leoluca Orlando, il Pdl oppone il veto. Poi, all’ennesima fumata nera, decide di rifilare a Veltroni e ai suoi una polpetta avvelenata: fa eleggere dalla maggioranza un deputato del Pd che il Pd non aveva intenzione di candidare. Villari, appunto.
All’inizio sembra facile. Il candidato dev’essere un nome condiviso, e dunque Villari si dimetterà. E invece no. Col passare dei minuti l'”obbedisco” di Villari si trasforma in “disobbedisco”. Villari assicura che, per senso di responsabilità, si dimetterà quando maggioranza e opposizione si metteranno d’accordo sul successore.
Il nome arriva: è quello di Sergio Zavoli, mostro sacro del giornalismo televisivo, autore di Processo alla tappa e La notte della Repubblica.Pd e Pdl sono d’accordo, anche Berlusconi chiede a Villari di fare un passo indietro. Ma il presidente della Commissione non getta la spugna.
La situazione si fa drammatica. Veltroni,che teme per la perdita d’immagine del suo partito e della sua autorità, decreta l’espulsione di Villari, poi messa in pratica dalla Commissione nazionale di garanzia del Pd. Ma Villari non cede, rilascia interviste, va in Tv a spiegare il senso istituzionale che lo spinge a non dimettersi e, ormai solo, convoca la prima seduta della Commissione di vigilanza. Nonostante gli abbiano detto di fare un passo indietro il presidente della Camera Fini, quello del Senato Schifani, il presidente del Consiglio Berlusconi e il sottosegretario Gianni Letta, Villari va avanti, solo contro tutti.
In realtà qualcuno che l’appoggia c’è: Maurizio Gaspanrri, ex ministro delle Comunicazioni, attualmente presidente dei senatori del Pdl, membro della Commissione di vigilanza. Gasparri esordisce in Commissione aprendo il fuoco contro Fabio Fazio, conduttore di Che tempo che fa, chiedendo un’istruttoria. Il popolare conduttore sarebbe colpevole di invitare Veltroni e il governatore della Sardegna Soru, senza poi applicare la par condicio sull’altro fronte.
In realtà, secondo l’opposizione, Fazio è solo un pretesto. Se Gasparri chiede un’istruttoria a Villari vuoi dire innanzitutto che riconosce la sua presidenza. Per il Pd, insomma, è un trucchetto per legittimarla, un modo per tenere l’ex deputato Pd, che nel frattempo si è iscritto al Gruppo misto, saldo sulla poltrona di Palazzo San Maculo, continuando a gettare un’ombra di imbarazzo sul Pd.
Villari non se lo fa ripetere due volte e apre l’istruttoria. Petruccioli, presidente del Consiglio di amministrazione Rai, difende a spada tratta Fazio affermando che è il “David Letter-man” della Rai, paragonandolo al noto conduttore americano che ospita nel suo salotto politici liberai e le più grandi star di Hollywood.
La pantomima della Commissione di vigilanza è solo uno degli aspetti dello stallo in cui versa la Rai, che quest’anno registrerà un passivo vicino ai 35 milioni di euro a causa del mancato introito pubblicitario (quantificabile in non meno di 40-50 milioni). Non c’è solo la presidenza della commissione di vigilanza. Molti ruoli di garanzia e operativi sono retti ad interini, come Raiuno. Il direttore Fabrizio Del Noce, infatti, ha preso il posto di Agostino Saccà a Rai Fiction. Ma è solo il caso più eclatante. In realtà la Rai è in proroga. Fino a quando? (Dalla rassegna stampa ccestudio.it)

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