LA QUESTURA: TOLTO DIVIETO DI ACCESSO AL CRONISTA DE IL GIORNALE DI VICENZA

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Il “caso” del cronista messo al bando si è sgonfiato dopo un colloquio fra il questore e il direttore del Giornale di Vicenza. Ma ciò che è accaduto non è ancora ben chiaro. Quell’avviso, affisso lo scorso sabato all’interno del posto di guardia della Questura e indirizzato al “personale operante” – in cui, per ordine del dirigente delle Volanti, dottoressa Elena Peruffo, si proibiva l’accesso alla struttura a Diego Neri, giovane cronista giudiziario de Il Giornale di Vicenza – aveva sollevato un polverone. All’origine della disposizione potrebbe esserci stato un articolo sui pentiti scritto dal giornalista qualche settimana prima.
“E’ un intervento inaccettabile nei metodi, nella forma e nella sostanza”, era stato l’immediato commento del Sindacato giornalisti del Veneto, dell’Associazione della stampa vicentina, dell’Ordine dei giornalisti e dell’Unione cronisti veneti, i quali, esprimendo la propria piena solidarietà a Diego Neri per questa iniziativa “ad personam”, e sottolineando che “nessuna comunicazione o contestazione è stata a lui data”, avevano annunciato tempestivi interventi “per ristabilire il prima possibile il diritto al collega di svolgere il proprio lavoro e il diritto dei cittadini ad essere informati”. Dopo questa forte protesta, c’è stato un primo chiarimento nel corso di un colloquio privato tra il Questore, Angelo Sanna, e il direttore della testata, Ario Gervasutti.
“Mai è stato impedito ai giornalisti vicentini e non di esercitare i fondamentali e costituzionalmente sanciti diritti a svolgere la professione di cronisti ed ai cittadini quelli all’informazione”, è stato il primo commento del questore, che ha dichiarato all’Ansa di essere “sorpreso dallo scritto pubblicato”, ovvero del cartello con l’interdizione all’accesso di Diego Neri, del quale, ha detto, non conosceva l’esistenza. Proprio per chiarire la questione, ha aggiunto, aveva voluto incontrare il direttore del giornale. Sanna ha confermato la propria personale “considerazione nei confronti della testata, dei cronisti tutti e del direttore, confermando quella collaborazione espressa e concretamente sempre applicata sin dal primo giorno del suo insediamento in provincia di Vicenza; prova ne sono gli incontri anche estemporanei e fuori dagli “obblighi dell’informazione” che frequentemente ha con tutti i giornalisti che, quotidianamente, anche più volte al giorno, accedono in Questura per svolgere la professione”.
Ciò che si sono detti Sanna e Gervasutti nel corso di quell’incontro non è dato sapersi. A ogni modo, da martedì l’avviso è stato tolto e la questione sembra essere stata archiviata.

Il CdR, che fin dal primo momento aveva espresso “sconcerto e preoccupazione per l’adozione di un provvedimento che appare inusitato, immotivato e discriminatorio”, chiedendo altresì “l’immediata revoca del provvedimento adottato nei confronti del collega”, si dichiara abbastanza soddisfatto per questa conclusione. “E’ bene che quel divieto sia sparito. Ora vedremo se alle parole pronunciate dal Questore seguiranno i fatti”, ha detto Massimo Manuzio, “vedremo se gli attestati di buona volontà avranno un seguito. Certo, ci appare molto strano il fatto che lui non sapesse nulla di quell’ordine. Se non ha disposto lui direttamente, secondo noi non può non avere avallato della disposizione. Sarebbe come ammettere di non sapere ciò che succede a casa sua”.

Nessun commento invece da Diego Neri. Lui in Questura ci va ben poco, essendo di “casa” in Tribunale. Non nega però di essere rimasto molto colpito dalla vicenda e sottolinea di non aver mai perso la serenità.

Ora non resta che attendere eventuali sviluppi, compreso l’esito dell’incontro tra l’Associazione stampa vicentina e Angelo Sanna fissata per il mese prossimo.

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