LA NORMATIVA EUROPEA SULLA CONTABILITA’ DEI COSTI NELLE TELECOMUNICAZIONI

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Recenti studi dell’Agcom fanno notare che le ANR (Autorità nazionali di regolamentazione) spesso non dispongono dei costi effettuati dagli operatori di telecomunicazioni. Una scorretta contabilità dei costi provoca alterazioni nel mercato, da cui conseguono comportamenti scorretti da parte delle imprese. Tra le varie pratiche anti-competitive, vanno segnalati i prezzi eccessivi e i sussidi incrociati (si parla di sussidi incrociati quando viene stabilita una differenza di prezzo per un prodotto in base al consumatore, chi paga di più sussidia il minor pagamento degli altri). Nel corso degli anni l’UE ha emesso direttive e raccomandazioni per armonizzare i diversi sistemi contabili vigenti in Europa.

I principi di base in materia di separazione contabile riguardano gli obblighi di trasparenza e non discriminazione, che si concretizzano nella pubblicazione dei prezzi all’ingrosso e, sotto richiesta delle ANR, delle scritture contabili da parte degli operatori. Nell’ambito della contabilità, è richiesto un sistema che illustri le principali categorie dei costi e le regole di ripartizione degli stessi. Inoltre la conformità ai sistemi di contabilità deve essere verificata annualmente dall’Agcom.
I capisaldi sono la raccomandazione 19/09/2005, relativa alla separazione contabile e alla contabilità dei costi, e la raccomandazione 07/05/2009, avente ad oggetto la regolamentazione delle tariffe di terminazione fisse e mobili. Tuttavia si entra nel dettaglio solo con la raccomandazione 698/2005 EC. L’obiettivo che si pone la Raccomandazione è di favorire l’adozione di metodi contabili uniformi, che siano coerenti con la disciplina europea. Nella contabilità, gli operatori sono tenuti a rispettare il principio di causalità: i costi e i ricavi devono essere riferiti ai servizi che li hanno generati. Poiché spesso nelle telco i costi sono comuni a più servizi, gli operatori, per risolvere il problema, possono utilizzare metodologie come l’Activity Based Costing. Si tratta di un’analisi di mercato che fornisce dati sull’effettiva incidenza dei costi associati a ciascun servizio, a prescindere dalla struttura organizzativa dell’impresa produttrice. Questa tecnica è utilizzata per rafforzare il rapporto causa-effetto tra l’attività e i costi, laddove non si possono usare altri metodi.

Per la contabilità regolatoria la Commissione Europea consiglia l’utilizzo del metodo dei costi correnti (CCA). A differenza della HCA (contabilità a costi storici), la CCA tiene conto della variazione dei prezzi e dell’evoluzione tecnologica nel tempo. Il fine da raggiungere mediante la CCA è la coincidenza tra due valori: quello del bene al momento della dichiarazione e quello che poi emergerebbe in un mercato perfettamente concorrenziale. La normativa delinea quattro criteri per valutare le attività.

Il criterio dei costi storici compara le attività con il prezzo d’acquisto. Tale metodo presenta evidenti limiti, dato che può essere applicato solo a cespiti di recente acquisizione o con vita utile breve.

Il criterio di indicizzazione consente di determinare il valore corrente delle attività attraverso l’assegnazione di indici che misurino la variazione del valore storico dall’anno di acquisizione all’anno in cui è effettuata la valutazione. L’indicizzazione può essere utilizzata in mancanza di un’evoluzione tecnologica rilevante.

Il metodo analitico viene utilizzato per semplificare le attività di contabilità, quando l’insieme dei beni non è omogeneo in relazione alla variazione dei prezzi. Consiste nella moltiplicazione delle attività esistenti per il prezzo d’acquisto corrente.

Il MEA è consigliato dalle istituzioni europee, poiché tiene conto delle evoluzioni tecnologiche nel settore. Quando i beni in uso vengono rivalutati attraverso il MEA, spesso il nuovo prezzo può riflettere un maggior numero di funzionalità di quelle che realmente offre l’attività. In questi casi vanno fatti degli aggiustamenti per diminuire il prezzo d’acquisto corrente.

I costi standard possono essere calcolati con tre metodi. L’FDC, uno dei più usati, è strettamente legato al principio di causalità. Infatti esso attribuisce tutte le categorie di costo ai servizi.

Invece il metodo SAC misura il costo necessario per fornire un unico servizio indipendentemente dagli altri. Il SAC può essere molto utile ad un ANR, perché definisce il tetto massimo dei costi applicabili ad un servizio.

La Commissione Europea sostiene il metodo LRAIC per la fissazione dei prezzi di terminazione fissi e mobili. Il LRAIC è caratterizzato dal calcolo degli incrementi di costo che l’impresa sostiene per produrre il servizio.

In Italia, la normativa europea è stata adattata dall’Autorità competente. La delibera Agcom 179/10 CONS, in ottemperanza al contenuto della direttiva 19/2002 CE, prevede che gli operatori devono predisporre scritture contabili separate per rendere trasparenti i servizi all’ingrosso. Telecom, sia per i servizi fissi che per quelli mobili, utilizza il metodo dei costi correnti per la contabilità e il metodo FDC per la determinazione dei costi standard.

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