A quanto pare, la Francia ha a cuore la salute dei suoi giornali. Il suo Presidente, Emmanuel Macron, al di là di proclami e slogan, attua un piano straordinario per far fronte alle difficoltà del settore della carta stampata a seguito della pandemia stanziando ulteriori 483 milioni di euro a sostegno dell’editoria. Risorse che si aggiungono a quelle ordinarie già disponibili per il settore, pari a 840 milioni di euro. Numeri che imporrebbero una riflessione anche in Italia dopo che il disastroso mandato del precedente Sottosegretario Vito Crimi, attuale reggente del movimento cinque stelle, si era concluso con una condanna a morte per il pluralismo dell’informazione in Italia; condanna rimandata dal tentativo dell’attuale sottosegretario, l’On. Andrea Martella, di avviare una riforma organica del settore evitando, con provvedimenti tampone, che nelle more il settore non ci sia più.
Le misure di sostegno all’editoria francese sono state adottate negli stessi giorni in cui una decisione della Corte di Giustizia reputa contraria alla normativa dell’Unione Europea la legge Gasparri, consentendo a Vivendi, una società francese, di rafforzare la propria quota in Mediaset. Basterebbe questo per rappresentare l’esigenza di rivedere concettualmente l’approccio al pluralismo, mandando a quel paese quella cultura populista che in nome di falsi risparmi ed improbabili moralismi vuole spegnere le tante voci che continuano ad animare un filo di dibattito nel Paese. Il settore dell’editoria rappresenta un punto snodale dell’industria culturale italiana e del confronto democratico. L’Europa ci chiede di essere migliori, competitivi, questo chiede l’Europa; basta vedere quanto accade al di là delle Alpi.
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