La Fnsi si schiera con i giornalisti Rai: “No ai tagli dei tg”

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Anche la Fnsi sostiene i giornalisti Rai che oggi scioperano contro la scelta dei vertici di viale Mazzini sui tagli alle edizioni notturne dei telegiornali. Il sindacato dei cronisti ha scelto, in una nota diffusa ieri, di ribadire vicinanza e solidarietà ai colleghi della Rai. Impegnati in un duro braccio di ferro con la nuova direzione imboccata dal management guidata dall’amministratore delegato Carlo Fuortes. La Fnsi non sente ragioni: i tagli coinvolgono prima il pubblico che i giornalisti perché impoveriranno l’offerta informativa della Rai.

Il segretario generale Raffaele Lorusso ha dichiarato. “La Federazione nazionale della Stampa italiana è al fianco dei giornalisti della Rai e condivide le ragioni dello sciopero proclamato dall’Usigrai per domani, 29 dicembre”. Quindi ha puntualizzato. “I tagli all’informazione regionale e sportiva decisi senza alcuna occasione di confronto e, soprattutto, in assenza di un piano industriale e di un piano editoriale produrranno un mero impoverimento dell’offerta informativa. Il rilancio dell’informazione Rai richiede, pur nel rispetto dei ruoli, il coinvolgimento e il confronto con i giornalisti sul futuro del servizio pubblico”.

Per il segretario Fnsi. “E’ necessario un piano industriale che ridisegni e rafforzi l’offerta informativa della Rai anche sulle nuove piattaforme, valorizzando le professionalità di cui l’azienda dispone. È pertanto auspicabile che i vertici aziendali colgano la disponibilità del sindacato al confronto, ribadita nelle ragioni dello sciopero, superando qualsiasi logica di sopraffazione”.

Secondo la Fnsi, la disponibilità a un confronto con i vertici di viale Mazzini è stata “più volte ribadita dai rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico che nei giorni precedenti lo sciopero hanno più volte evidenziato, anche nei comunicati sindacali letti durante le edizioni dei telegiornali e giornali radio, il pericolo rappresentato dai tagli decisi dal vertice aziendale in termini di riduzione del diritto di cittadine e cittadini ad essere correttamente informati”.

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