L’Assemblea della Camera dei deputati, ieri sera, ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni nonché la questione pregiudiziale di merito al disegno di legge sulle intercettazioni (C1415-A). La prima mozione è stata respinta con 278 voti contro 212 (maggioranza richiesta 246, deputati presenti 509, votanti 491 e 18 astenuti), la seconda mozione, di merito, è stata rigettata con 292 voti contro 197 favorevoli (maggioranza richiesta 245, deputati presenti 507, votanti 489 e 18 astenuti).
Una delle due mozioni è stata presentata dalla capogruppo del Pd nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, chiedendo “la sospensione dell’iter del provvedimento”. “La nuova disciplina – aveva sottolineato la Ferranti – limita fortemente l’uso delle intercettazioni come mezzo per la ricerca della prova. Il testo prevede che l’uso delle intercettazioni possa essere autorizzato solo dopo che sia stato già individuato un colpevole: l’intercettazione servirebbe, dunque, solo a reperire riscontri alla ricostruzione accusatoria già effettuata dal pubblico ministero. Si tratta della chiara lesione del diritto ad avere un giusto processo ed una sostanziale anticipazione del giudizio.
Inoltre, il provvedimento è in evidente contrasto con l’articolo 21 della Costituzione perché presenta forti limitazioni alla libertà di stampa e impedisce di fatto ai cittadini di conoscere e verificare fatti rilevanti della vita pubblica e di realizzare, tramite un corretto esercizio del diritto di cronaca e un legittimo accesso all’informazione, un controllo democratico dell’esercizio dei poteri di gestione dello Stato”.
Fabiana Cammarano
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