La Camera “raccomanda” al Governo di procrastinare l’entrata in vigore dei tagli all’editoria

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Passa alla Camera, come raccomandazione, un importantissimo ordine del giorno che era stato presentato, a corredo della Legge di Bilancio, dal deputato di Forza Italia Gigi Casciello.

La proposta di Casciello, tra i fondatori dell’associazione Voce Libera vicina all’ex ministro Mara Carfagna, giornalista di lungo corso e già apprezzato direttore di diverse realtà giornalistiche, apre uno scenario nuovo e importante per il futuro prossimo venturo la sopravvivenza del pluralismo e delle testate che attendono i contributi.

L’ordine del giorno parte da una premessa che è innegabile: “Gli effetti della pandemia sono stati devastanti anche per il settore dell’editoria giornalistica con particolare ripercussioni sulle imprese editrici di dimensioni minori e non profit, sia per il calo delle vendite che per il crollo della pubblicità”. Quindi aggiunge: “La legge 160/2019 (Bilancio 2020), in previsione di una riforma organica delle misure a tutela del pluralismo dell’informazione che consideri le modifiche introdotte con le nuove modalità di fruizione dell’informazione, ha differito di un anno l’applicazione delle norme che prevedono l’abolizione o la progressiva riduzione, fino all’abolizione, dei contributi a sostegno di imprese editrici di quotidiani e periodici, introdotte con legge 145/2018 (bilancio 2019)”.

Ribadendo la considerazione (oggi di portata rivoluzionaria in tempi in cui trionfano troppi facili populismi) che “l’editoria costituisce un settore fondamentale per le istituzioni democratiche di un Paese sia dal punto di vista della circolazione delle idee e delle informazioni che da quello imprenditoriale e occupazionale e in tale contesto, risulta ancora più importante difendere le voci minori” e che la situazione attuale “mette a serio rischio la tenuta finanziaria ed economica delle imprese editrici di quotidiani e periodici”, l’Odg presentato da Casciello “impegna il Governo a valutare l’opportunità di prorogare di un anno l’applicazione di alcune norme relative al settore al fine di posticipare, in attesa di una nuova disciplina organica del settore, la riduzione dei contributi diretti all’editoria, di intervenire sulla tempistica e la quantificazione di erogazione dei pagamenti”.

La proposta è stata accolta e quindi inserita tra le “raccomandazioni” rivolte al governo in vista dell’approvazione del bilancio. Ora la palla, dunque, passa al governo e, in prima battuta, al sottosegretario con delega all’editoria, Andrea Martella.

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