IVA PIÙ BASSA SUI LIBRI DIGITALI SÌ DI ROMA «MA TOCCA ALL’UE»

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La promozione della lettura «problema prioritario» del nostro Paese; l’abbassamento dell’Iva nel digitale; il sostegno per gli editori di libri: sono le questioni affrontate dal sottosegretario all’editoria, Paolo Peluffo, alla fiera nazionale della piccola e media editoria Più libri più liberi. Peluffo ha annunciato l’istituzione di un tavolo interministeriale per il libro e l’editoria con al centro questi temi. Dagli editori indipendenti arriva invece un grido d’allarme sulla necessità di trovare incentivi e avere fondi agevolati. L’Italia è un Paese in cui si legge poco e in questo momento di crisi ancora meno. «Il problema di far leggere è diventata un’emergenza nazionale», ha detto Peluffo. «Noi abbiamo fatto un’ampia campagna sulla lettura: 1.978 spot televisivi, 2.298 passaggi radiofonici e 65 uscite su giornali e periodici. La comunicazione è un elemento strategico e deve continuare». C’è un «equivoco» sull’Iva per il digitale, che in Italia è al 21%, ha detto Peluffo, toccando il tema affrontato dall’ex ministro francese Jacques Toubon in visita alla fiera. «Tutti vorremmo abbassarla. Non è però nella disponibilità del governo italiano, ma dell’Unione Europea. Non siamo noi a decidere e il governo Monti non vuole fare infrazioni. La Francia», dove è al 5% come per i libri di carta, «ha deciso di incorrere in procedure di infrazione, noi no. Ma è chiaro che il problema esiste. Nel decreto sviluppo appena promosso in Parlamento è stato approvato, per promuovere i prodotti editoriali e le opere dell’ingegno su piattaforme digitali, un credito d’imposta del 25% con uno stanziamento di 5 milioni annui». Tutte questioni che devono confluire nel tavolo interministeriale che «presieduto da me», ha concluso Peluffo, «d’intesa con il ministro Ornaghi, coinvolge tutti i ministeri strategici per il libro e l’editoria con l’obiettivo di raccogliere tutte le istanze dall’editoria».
Manuela Montella

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