Il Pd è pronto a occupare l’aula del Senato, l’Idv ha già preparato i cartelli e i post-it gialli “no bavaglio”, l’Udc non fa sconti e boccia il pasticcio delle intercettazioni. Comincia così la giornata di fuoco di palazzo Madama, dove va in Aula la riforma sulle intercettazioni.
I dubbi dell’opposizione si concentrano soprattutto sulla norma transitoria, che svela l’ansia di utilizzare subito la legge per inchieste e processi in pieno svolgimento. Non solo perla durata breve degli ascolti, ma anche per la possibilità di allontanare un pm solo grazie a una denuncia e l’obbligata iscrizione sul registro degli indagati.
Intanto prosegue la protesta del Popolo viola e delle altre associazioni. Da oggi ci saranno due presidi contro la norma sulle intercettazioni davanti a Camera e Senato. A turno uno dei manifestanti sarà imbavagliato e potrà comunicare solo tramite un computer collegato a Internet. Un modo per dimostrare che nessun bavaglio può bloccare la Rete. Quindi – per quando la legge sarà approvata dal Parlamento – si prepara poi un presidio permanente, giorno e notte, di fronte al Quirinale per chiedere al Capo dello Stato di non firmare il provvedimento che censura i giornali e manda in soffitta molte indagini della magistratura.
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