INTERCETTAZIONI: LI GOTTI, SANZIONI EDITORI GIÀ IN TESTO CAMERA

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«Vorrei ricordare a tutti coloro che sostengono che il testo Camera fosse il migliore dei provvedimenti che le norme sulle sanzioni per gli editori già erano contenute nella versione licenziata da Montecitorio». A sottolinearlo è il responsabile Giustizia dell’Idv, Luigi Li Gotti, che, dopo la maratona notturna in Commissione sul ddl intercettazioni, è già al Senato dalle 8 di questa mattina. «Non sono neanche andato a dormire – prosegue Li Gotti – ma non importa. L’importante è che non si diano false informazioni. Il ddl approvato alla Camera era un pessimo testo anche perchè, non dimentichiamocelo, conteneva gli evidenti indizi di colpevolezza come presupposti per poter intercettare». «L’unica cosa buona che conteneva quel testo – sottolinea il senatore dell’Idv – è che comunque veniva data la possibilità ai giornalisti di pubblicare gli atti di indagine ‘per riassunto’, ma tutto qui. È vero che al Senato hanno tentato di inasprire ulteriormente le sanzioni per i giornalisti, ma è anche vero che quelle per gli editori c’erano già. Il fatto che l’editore possa rischiare di pagare fino a 465 mila euro era già una cosa prevista nel ddl targato Montecitorio».
«Ma la cosa più grave – afferma ancora – è che in entrambe le versioni del ddl si è cancellata la norma voluta da Giovanni Falcone (art. 13 decreto legislativo n. 152) secondo la quale la procedura più semplice per autorizzare le intercettazioni, (e cioè quella per la quale bastano sufficienti indizi di reato e che non siano assolutamente indispensabili per la prosecuzione delle indagini) venga applicata a tutti i reati di criminalità organizzata, non solo quella mafiosa».
«In questo modo – fa notare Li Gotti – con l’abrogazione di questo art. 13 del decreto legislativo n. 152 sarà difficilissimo intercettare tutti quei reati di criminalità organizzata che non si può considerare mafia. Penso, ad esempio, alla banda della Uno bianca, a quella dei Tir, a quella dei giostrai. Per poter intercettare questo tipo di reati serviranno i gravi indizi di reato, l’autorizzazione del gip del tribunale distrettuale del capoluogo in composizione collegiale, eccetera, eccetera. Insomma diventerà praticamente impossibile fare un controllo efficace».

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