Gli editori di libri si appellano al presidente della Repubblica e al presidente del Consiglio contro il disegno di legge sulle intercettazioni. L’Associazione italiana editori (Aie) lancia un appello “perché i presidenti possano intervenire, evitando un provvedimento che getta una pesante ombra sul rispetto di un principio cardine per la società civile e democratica, costituzionalmente sancito: quello della libertà di informazione e di stampa”.
“Questo nuovo provvedimento sulle intercettazioni – si legge in una nota dell’Aie – interessa pesantemente anche la produzione libraria e impatta in modo significativo sulla nostra attività di editori e su quella degli autori. Il divieto di pubblicazione degli ‘atti’ – pure nel loro solo contenuto o in forma di riassunto o sintesi, anche non coperti da segreto, per tutto il periodo delle indagini – e le pesantissime sanzioni pecuniarie a carico dell’editore che li pubblica, ‘mettono un vero e proprio bavaglio’ all’informazione. Un’eccessiva penalizzazione – proseguono dall’Aie – costringerebbe autori ed editori a una censura preventiva e contraria ai principi di libertà democratica in vigore nei principali Paesi occidentali e chiaramente affermati anche nella nostra Costituzione. Per questo lanciamo il nostro appello al Presidente Napolitano, condividendo completamente le posizione di Fieg e Fnsi, e chiediamo al presidente del Consiglio di intervenire”.
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