Intelligenza artificiale e Ott, Barachini ora chiama Bruxelles

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L’intelligenza artificiale deve essere un alleato, e non un nemico, nella lotta contro le fake news e il modello promosso dagli Over the Top sull’informazione non è per nulla sostenibile: il sottosegretario all’editoria Alberto Barachini rilancia la grande sfida del governo sul delicatissimo fronte digitale. E lo ha fatto parlando, sabato scorso, alla prima edizione del Premio Ichnos, tenutosi a Pula. Intervistato da Davide Desario, direttore dell’agenzia Adn Kronos, Barachini è tornato sul tema delicatissimo e dirimente dell’intelligenza artificiale ma, soprattutto, sul tema (gigantesco) degli Over the Top: “Siamo di fronte a quella che chiamo la ’logica Amazon’: gli over-the-top distribuiscono informazioni senza produrle e senza avere la nostra stessa responsabilità editoriale. Utilizzano i contenuti degli editori senza retribuirli e senza sottostare agli stessi costi, alle stesse regole fiscali e agli stessi codici deontologici”. Un guaio. Barachini chiama Bruxelles in soccorso: “Abbiamo bisogno dell’Europa. Per questo siamo impegnati a livello europeo, attraverso provvedimenti come l’Ai Act, per riportare equilibrio nel sistema”. Eccolo, dunque, il tema dell’intelligenza artificiale: “Se è vero che un’eccessiva normazione può frenare l’innovazione, è anche vero che l’ editoria non è un settore come gli altri. Riguarda le persone, la loro capacità critica e la tenuta democratica. Non possiamo correre il rischio di non normare un campo che può condizionare l’opinione pubblica, specialmente in un’epoca di guerre ibride”. Ma non basta, il sottosegretario cita una metafora di Padre Benanti: «Pensate all’introduzione dell’auto. All’inizio circolavano liberamente, poi gli incidenti hanno reso necessari i guardrail, la patente e i corsi di guida. Ecco, per l’Ia nell’informazione siamo arrivati a questo”. In questo contesto, i codici di autoregolamentazione adottati da agenzie di stampa sono visti con favore, perché aiutano a costruire un rapporto di fiducia. La conclusione, dunque, è netta: “Se l’intelligenza artificiale andrà a sostituire il lavoro del giornalista, finiremo nei guai. Se invece aiuterà il giornalista a fare meglio il suo lavoro, allora sarà un’opportunità per tutti”.

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