“La riforma che abbiamo approvato e che ora è al vaglio dei ministeri vigilanti può subire critiche, ma sulla sua inevitabilità non ho alcun dubbio. È necessario riportare i conti in equilibrio”. Lo ha detto il presidente Inpgi, Andrea Camporese, al Congresso Usigrai, spiegando che “un collega assunto oggi, grazie a quella riforma, avrà una pensione superiore di quasi il 20% al netto di tutte le riforme e di tutti i tagli. Questo perché c’è un sistema secondo cui al crescere del reddito diminuisce il rendimento”. Camporese ha spiegato che l’Inpgi “ha due miliardi di patrimonio accantonato e non è fallito, anche se subisce una difficoltà di grande rilievo. Mentre il paese perdeva il 3,8% di occupazione, il giornalismo italiano perdeva tra il 18 e 19%. Negli ultimi sette anni il calo è stato sei volte superiore a quello del paese. Sarebbero servite quattro leggi di stabilità solo per coprire quel buco. Abbiamo perso il 20% dell’occupazione, oltre 3 mila colleghi vengono attualmente assistiti. Un segnale positivo è dato dal fatto che negli ultimi mesi ci sono state 400 assunzioni grazie agli sgravi”. “Nell’ultimo anno – ha proseguito Camporese – la crisi ha subito una coda violenta dovuta in parte agli stati di crisi sottoscritti, che sono stati oltre 500, con una preoccupante passività tra entrate e uscite di circa 100 milioni di euro”. Il presidente Inpgi ha rimarcato che con l’attuale legge sui prepensionamenti “un prepensionamento può costare anche 400 mila euro e ce ne sono stati 700” e che “in otto anni di presidenza sono arrivati oltre 650 milioni di euro di utili da investimenti”. “Il tema del perimetro del giornalismo e del suo inquadramento è rilevante e deve essere messo al centro della trattativa sindacale – ha detto ancora -. Occorre ridefinire le tutele, sapendo che le risorse non cresceranno. Oggi le figure, cosiddette impure, sono considerate parte fondamentale del flusso informativo. Dobbiamo includere questi soggetti, garantendo tutele diverse”
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