INFORMAZIONE REGIONALE TRA ALTI E BASSI

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In Lombardia si concentrano televisioni locali che vantano dati di ascolto tra i più alti d’Italia, dai 400mila ai 750mila contatti nel giorno medio mensile (giugno 2012). Una buona parte delle circa 40 tv che trasmettono nella regione ha un forte radicamento con il territorio e opera prevalentemente su base provinciale. Le televisioni a diffusione regionale, d’altro canto, fanno emergere più spesso la centralità di Milano e dell’area metropolitana. La crisi colpisce soprattutto queste emittenti, che devono sostenere oneri fissi maggiori per gli impianti e costi significativi per i dipendenti, se producono programmi di informazione, attualità, cultura e sport.

Tra le televisioni locali più seguite ci sono Telelombardia, Antenna 3 e Top Calcio 24, tutte del gruppo Mediapason, a cui appartengono anche Milanow, Top Tech e Top Gusto (oltre a Tori-now e Videogruppo in Piemonte).
«Siamo stati probabilmente l’unico gruppo editoriale a rispondere alla sfida del digitale creando televisioni nuove che hanno avuto successo, con dati di ascolto in crescita del 30% anno su anno – racconta il direttore di Telelombardia, Fabio Ravezzani -. Ma la raccolta pubblicitaria e il fatturato sono ugualmente in calo. Abbiamo in corso una ristrutturazione inevitabile, con tagli di vario genere e un po’ di cassa integrazione». Con 150 dipendenti, di cui 38 giornalisti, e 250 collaboratori le televisioni del gruppo fanno 28 ore di informazione “fresca” al giorno. «Il taglio dei contributi statali – denuncia Ravezzani – uccide l’informazione locale, di cui beneficiano decine di milioni di persone che guardano le tv locali gratuitamente. Si sarebbe dovuto distinguere chi meritava di essere salvato e chi no, aiutando le realtà che sono un patrimonio di informazione e cultura per il territorio».
Telelombardia ha in uso anche il canale 64 Uhf, uno di quelli che vanno liberati per la telefonia mobile. «Avevamo dato disponibilità alla dismissione quando si parlava di remunerare in maniera un po’ più congrua il sacrificio che abbiamo fatto -spiega il direttore -. A fronte di un indennizzo sempre più esiguo, abbiamo dovuto dare disponibilità a dismettere anche un secondo multiplex: una scelta fondamentale per la sopravvivenza dell’azienda».
Tra le realtà che vanno ancora bene, pur con i fisiologici contraccolpi della crisi economica, figurano alcune piccole emittenti molto radicate nel territorio di riferimento. È il caso di Antenna 2, che trasmette nella val Seriana dalla sede di Clusone. Nata nel 1988, con alle spalle una lunga esperienza radiofonica che continua, questa piccola televisione montana si occupa solo del suo territorio, un bacino di 11mila abitanti dove «l’audience è ben identificabile e si può nutrire un senso di appartenenza», come ha raccontato il suo amministratore e direttore responsabile Vladimir Lazzarini a un recente convegno organizzato dalla Fnsi. «Il passaggio al digitale ha permesso di ampliare l’offerta dei canali – ha spiegato Lazzarini -, ma è stato molto difficile confermare i fatturati, in calo del 5% per la tv e compensati dal +5% della radio».
Iscritta all’associazione di categoria Aeranti-Corallo e inserita nella graduatoria regionale del Corecom, Antenna2 percepisce i contributi statali. Con un fatturato poco sotto i 500mila euro e un bilancio inutile, i suoi punti di forza sono una struttura molto agile – otto dipendenti, di cui due giornalisti teleradioreporter – che permette di realizzare una piccola «filiera della notizia» e una piattaforma multimediale, che da una seconda vita ai contenuti trasmessi via etere.
Manuela Montella

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