Non solo Ranucci: nel primo semestre di quest’anno 2025 sono state 81 le intimidazioni ai danni dei giornalisti. Ma, detto tra noi, si tratta solo di quelle denunciate. Perché se si contassero tutte le altre, invece, sembra che i numeri potrebbero lievitare a livelli a dir poco importanti. Intanto, i dati sciorinati nel rapporto sugli atti intimidatori elaborato dal Servizio Analisi Criminale della direzione centrale della polizia parlano fin troppo chiaro. Gli episodi di minacce ai danni dei cronisti sono in netto aumento rispetto agli anni scorsi.
Eccole, dunque, le cifre. Nel primo semestre 2025 le intimidazioni ai danni dei giornalisti censite sono state 81. Di queste poco meno di una su quattro è stata perpetrata tramite web e canali digitali. Si tratta del 38,3% del totale a fronte di 31 fatti acclarati. Una percentuale che si innalza, a livelli percentuali ancora più importanti, se si tiene presente la matrice delle minacce. Se, difatti, riguarda la criminalità il digitale diventa il fronte più “caldo” da tenere sotto controllo. Il 51,6% delle intimidazioni ai giornalisti su scenari di criminalità comune è arrivato tramite web (sedici episodi a fronte di 28 totali). Scende, ma di poco, il raffronto delle minacce giunte nei contesti di criminalità organizzata. In tutto sono state undici, sei sono arrivate da canali digitali. Dal punto di vista “geografico”, la Campania guida la classifica con cinque episodi di minacce, segue il Lazio con tre, la Calabria con due e la Sicilia con uno. Completano il quadro quaranta fatti riferibili a contesti socio-politici (di cui 9 via web), pari al 29% (30 nel 2024); 2 ad altri contesti (di cui nessuno via web), pari al 2,5% (4 nel 2024).
Rispetto ai primi sei mesi del 2024, i dati risultano in aumento. Un anno prima, difatti, le intimidazioni ai giornalisti erano state 46, e cioè il 76% in meno rispetto a quest’anno.
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