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Il Tempo in saldo: a 15 milioni è degli Angelucci

Editori e imprenditori della sanità, gli Angelucci sono vicini a rilevare il giornale romano a un prezzo stracciato: per Il Tempo sta per cominciare una nuova era

Nuovo editore per Il Tempo. Agli sgoccioli ormai la trattativa per il passaggio di consegne da Bonifaci alla famiglia Angelucci, che dovrebbe riuscire a spuntare un prezzo di saldo: circa 15 milioni di euro. Una trattativa tra imprenditori di vertice nei rispettivi settori (Bonifaci nell’edilizia e Angelucci nelle cliniche private) che si potrebbe chiudere dopo innumerevoli tentativi: è dalla fine del secolo scorso che Antonio e Giampaolo Angelucci tentano di rilevare il giornale romano di centrodestra.

Finora ogni tentativo di acquisto era stato respinto al mittente, ma nelle scorse settimane il discorso è cambiato. Il passaggio formale dovrebbe avvenire a settembre.
Negli ultimi mesi si era parlato di un interesse del gruppo Della Valle, così come di quello di una cordata rappresentata da Gaetano Caputi, direttore generale della Consob dal 2011 al gennaio del 2015. A spuntarla, tuttavia, sono gli imprenditori Angelucci, già presenti nel mondo dell’editoria con il quotidiano Libero.

Il Tempo è in crisi ormai da qualche anno e con le edizioni locali chiuse ha avviato un percorso di ristrutturazione dell’azienda. Addirittura è molto concreta la richiesta, da parte di Bonifaci, di concordato preventivo, cosa che potrebbe consentire agli Angelucci di acquisire la testata a un prezzo ancora più basso. L’operazione, nel complesso, è molto favorevole agli Angelucci poiché oltre a rilevare il giornale di piazza Colonna ad un prezzo di saldo, non dovrebbero farsi carico dei suoi debiti, almeno non per intero: saranno divisi tra vecchia e nuova proprietà.

Il Tempo è stato per un lungo periodo uno dei giornali leader, soprattutto nel centro-sud. Negli anni ’70 il massimo splendore quando, sotto la direzione di Gianni Letta, il giornale aveva numerose edizioni regionali e rivaleggiava per vendite con il Messaggero. Dopodiché c’è stato un crollo inesorabile fino al minimi storici dei giorni nostri, pur con il colpo di reni degli ultimi mesi che hanno riportato Il Tempo a distribuire 38.000 copie. La vendita rappresenta una perdita secca per Domenico Bonifaci che aveva acquistato la testata nel 1996 da Francesco Gaetano Caltagirone per 70 miliardi di lire.
Per gli Angelucci, invece, oltre alla convenienza del prezzo c’è da considerare un altro fattore positivo: la struttura del Tempo è molto più leggera ed economica rispetto a quella di Libero a fronte di una distribuzione inferiore solo di poco.

Il Tempo è la sesta esperienza nella stampa quotidiana della famiglia Angelucci. Il primo passo risale al 1998 con l’acquisto del 24,5% dell’Unità. Successivamente gli imprenditori hanno rilevato Riformista, Libero, Corriere dell’Umbria e Gazzetta del Mezzogiorno. Ora fanno ritorno a Roma, a due passi dalle stanze del potere politico e nel centro nevralgico del loro core business.

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