IL QUOTIDIANO DI VERDINI ORA RISCHIA DI CHIUDERE

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L’uomo che sussurra ai parlamentari avrebbe “ideato e diretto” una truffa da 11 milioni. Proprio ai danni della Presidenza del Consiglio, quella che tiene in piedi grazie alle eterne trattative con deputati incerti.

Paradosso possibile, a fronte di una certezza: Denis Verdini, coordinatore del Pdl, è indagato a Firenze per il reato di concorso in truffa aggravata assieme ad altre 21 persone, tra cui sua figlia, Chiara Diletta, la nipote, Erika Bertini, e il coordinatore Pdl toscano, il deputato Massimo Parisi. Secondo i magistrati di Firenze, sarebbe stata creata una nuova cooperativa editoriale fittizia, la Nuova Editoriale srl, per controllare il quotidiano fiorentino Giornale della Toscana e accedere ai finanziamenti per l’editoria. Un trucco, sempre secondo i pm, con cui, dal 2004 al 2010, Verdini e soci hanno incamerato dallo Stato oltre 17 milioni.

<< Un ingiusto profitto >> secondo il gip Paola Belsito, che ha disposto un sequestro preventivo di beni per dieci milioni alla cooperativa e ai suoi soci. Due giorni fa, la Guardia di Finanza ha congelato conti correnti, sequestrato auto e messo i sigilli a immobili, compresa lo stabile che ospita il Giornale della Toscana . Un incubo per i 25 tra giornalisti, poligrafici e impiegati che lavorano al quotidiano, diffuso in abbinamento con Il Giornale. Ieri erano comunque in redazione, mentre il sito del quotidiano accusava: << Vogliono farci chiudere >>. Da Verdini, parole roventi: << Sono offeso e costernato, le accuse sono inconsistenti, nei miei confronti c’è uno stalking giudiziario >>.

Di certo, il decreto di sequestro preventivo trabocca di cifre e date. Secondo il gip, la Nuova Editoriale è << solo apparentemente cooperativa >>, perché “nessuno dei suoi soci risulta prestare attività di lavoro dipendente e autonomo in favore della stessa”. Una cooperativa fittizia, insomma. Nata, scrive il magistrato, con << capitali che provenivano occultamente >> da Verdini e da Roberto Bartolomei: il rappresentante legale della Btp, società del creditore Riccardo Fusi, , esposto per forti somme verso il Credito Cooperativo fiorentino. Proprio la banca di cui era presidente Verdini, e dove il 4 gennaio 2002 vennero versati i 361mila euro con cui la cooperativa acquisì il 51% della Società Toscana di edizioni, che controllava Il Giornale della Toscana. A depositare la somma, in contanti, furono lo stesso Verdini e gli altri soci della Nuova Editoriale. << Ma i capitali provenivano da Bartolomei >> sostiene il gip. Lo stesso Bartolomei, che dal 4 gennaio 2002, aveva prelevato dal Credito fiorentino 413mila euro, come ha accertato la Guardia di Finanza. Subito dopo, a intervalli regolari, arrivarono a versare i soci della Nuova Editoriale. I finanziamenti pubblici alla cooperativa sono partiti nel 2004. L’ultimo contributo, di oltre 2 milioni e 400 mila euro, risale al gennaio 2010. Ora c’è l’inchiesta della procura, che indaga sulle attività della srl dall’ottobre 2005 (per il periodo precedente c’è la prescrizione). Al centro sempre Verdini, che per il gip << ideava e dirigeva le operazioni >>.

A rischio, anche il futuro del suo quotidiano, che non paga gli stipendi da luglio. Riccardo Mazzoni, deputato del Pdl, è il direttore editoriale: << C’era l’accordo per pagare due mensilità, in attesa dei contributi di dicembre. Il giornale era in difficoltà, ed è stato sottoscritto un piano di rientro, ma ora rischiamo di chiudere entro un mese >>. E le accuse della procura? Mazzoni sostiene: << Si è fatta confusione. La Nuova Editoriale è una cooperativa editoriale, non giornalistica, quindi non prevede l’obbligo per i soci di lavorarvi >>.

(Il Fatto Quotidiano)

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