IL DDL CONTRO LE INTERCETTAZIONI E LE PAURE DEL PREMIER

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Dopo essere stata ferma 11 mesi alla Camera e 12 mesi e mezzo al Senato, la legge sulle intercettazioni rischia di essere messa in calendario solo a settembre a Montecitorio. Ma questo è solo l’ultima preoccupazione del Presidente Berlusconi che teme che il testo venga abrogato dalla Corte Costituzionale o che non venga firmato dal Capo dello Stato. “Questa è la situazione del nostro Paese, questa è la situazione in cui dobbiamo operare”, è stato il commento di Berlusconi intervenendo all’Assemblea di Confcommercio. “Non c’è tutela della nostra libertà di parola e della nostra privacy. Questa non è democrazia”, ha aggiunto il Premier sempre parlando delle intercettazioni.
Eppure, Alexis de Tocqueville, più di duecento anni fa, considerava la libertà di stampa “infinitamente preziosa” per la democrazia. Non vogliamo certo insinuare che questo “semplice” pensatore politico, pure abbastanza retrò, possa dare lezioni di democrazia al nostro Presidente del Consiglio ma val la pena di ricordare qualche passo del saggio “La democrazia in America”. Liberale e incline alla democrazia ma, nello stesso tempo, critico acuto dei mali di quest’ultima, Tocqueville concepì una previsione sorprendentemente esatta del mondo futuro: “Se cerco di immaginare il dispotismo moderno, vedo una folla smisurata di esseri simili e uguali che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e meschini piaceri di cui si pasce la loro anima… Al di sopra di questa folla, vedo innalzarsi un immenso potere tutelare, che si occupa da solo di assicurare ai sudditi il benessere e di vegliare sulle loro sorti. È assoluto, minuzioso, metodico, previdente e persino mite. Assomiglierebbe alla potestà paterna, se avesse per scopo, come quella, di preparare gli uomini alla virilità. Ma, al contrario, non cerca che di tenerli in un’infanzia perpetua. Lavora volentieri alla felicità dei cittadini ma vuole esserne l’unico agente, l’unico arbitro. Provvede alla loro sicurezza, ai loro bisogni, facilita i loro piaceri, dirige gli affari, le industrie, regola le successioni, divide le eredità: non tolierebbe forse loro anche la forza di vivere e di pensare?”.
Egidio Negri

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