Nel corso della trasmissione di Bianca Berlinguer, “Carta bianca”, è andato in onda un violento scontro tra Enzo Iacchetti, un attore televisivo, e Eyal Mizrahi, un veterinario presidente dell’associazione “Amici di Israele”. Il dibattito, sempre molto acceso, aveva ad oggetto il comportamento dell’esercito israeliano rispetto al popolo palestinese. Iacchetti ha accusato Mizhrai di difendere un governo indifendibile e quest’ultimo ha cercato di controbattere. La situazione è degenerata quando Iachetti ha detto che non può esistere contradditorio rispetto ad una vicenda in cui c’è un solo esercito in campo, quello israeliano, che combatte contro una popolazione civile e Mizhrai ha risposto definendo Iacchetti “fascista”. La polemica che ne è seguita ha avuto ad oggetto la qualità del programma della Berlinguer, che ha invitato i due ospiti con nessuna competenza specifica in materia, ma portatori delle sole opinioni personali, e la degenerazione del dibattito. “Carta bianca” è chiaramente un programma popolare e il giornalismo non deve essere per forza d’elite, didattico. Lo spettatore dovrebbe avere gli strumenti per comprendere le ragioni di chi parla. E ciò è sempre consentito quando, per l’appunto, c’è un dibattito, un contraddittorio. Lo scontro tra Iacchetti e Mizhrai, comunque moderato da una professionista di lunga esperienza come Bianca Berlinguer, ha avuto il merito, comunque, di portare l’attenzione su quanto sta accadendo in Palestina. L’informazione ha questa funzione, aprire alla discussione, al confronto. E la Berlinguer anche in questo caso ha fatto bene.
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