IL COMMIATO DI GENTILONI DAL SUO BLOG

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Fine di stagione (Paolo Gentiloni)
Il Governo è caduto perchè sei senatori (cinque centristi e uno comunista)
gli hanno negato la fiducia. La scelta di Prodi di far svolgere tutto in
Parlamento ha reso questa conclusione trasparente. Vista la ridottissima
maggioranza uscita seicento giorni fa dalle urne, l’esito non era imprevedibile.
Più che la crisi, mi ha colpito la sua causa scatenante (sulle scene finali
nell’Aula del Senato, velo pietoso). Se penso alla tragica grandezza dello
scontro di 15 anni fa tra la Prima Repubblica di Bettino Craxi e la Magistratura
della Procura di Milano, la vicenda degli ultimi giorni appare davvero farsesca.
Per la improbabilità dell’indagine giudiziaria e per la scompostezza della
reazione politica.
Ma  l’inchiesta campana si rivelerà presto come un detonatore accidentale
di una crisi ben più grave. La crisi di quella che abbiamo chiamato seconda
Repubblica e del suo bipolarismo malato. Quel bipolarismo talmente
obbligatorio da far sì che in Italia -unico paese europeo- tutti vanno al
Governo se vince il proprio schieramento. Tutti, anche i più estremisti,
secessionisti, antisistema. Tutti, inclusi perfino i gentiluomini che ieri sera
hanno scambiato il Senato per un bordello e che, se rivincerà le elezioni,
Berlusconi si porterà al Governo.
Si dirà: questo bipolarismo avrà pure prodotto coalizioni disomogenee, ma
ha generato stabilità. Ed è vero. Quello caduto ieri è stato il sesto o
settimo governo più lungo degli ultimi sessanta anni. Ma il prezzo di questa
durata è stato in troppi casi la non decisione. E spesso la confusione.
Se capiamo che la vicenda della Seconda Repubblica va chiusa, e che va superata
anche la forma attraverso la quale il centrosinistra l’ha attraversata – a
prescindere, tutti nell’Unione- il Partito Democratico sarà il protagonista del
futuro. Con nuove regole, con alleanze basate sui programmi di governo,
lasciando a Berlusconi l’ennesima e sempre più debole replica di se stesso.
Ma attenti a non mettere il piombo sulle ali al progetto del Pd che ha
preso il volo appena tre mesi fa con le primarie. Attenti, perchè è l’unico
che abbiamo.

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