Infuria il dibattito su Report e si arricchisce di un nuovo capitolo che l’Usigrai stigmatizza con estrema forza e durezza e su cui Unirai replica con altrettanta fermezza bollando le accuse come fake news. L’esecutivo del sindacato dei giornalisti di viale Mazzini “non c’è nulla di normale nel mettere un controllore su programmi di informazione come Report che hanno, da sempre, un giornalista come autore e conduttore e oggi un direttore giornalista che supervisiona le puntate prima della messa in onda”. Per Macheda e gli altri consiglieri di Usigrai, “i vertici Rai, ingessati dalla politica che impedisce loro anche di nominare i direttori di testata, eseguono le direttive di chi non gradisce le inchieste giornalistiche”. E quindi l’attacco: “Spacciano per normale il controllo editoriale sui programmi di informazione che vogliono affidare a un non meglio identificato dirigente che dovrebbe dunque decidere su un prodotto che ha figure giornalistiche di vertice con le qualifiche necessarie per realizzare e controllare ogni puntata. La verità è che stanno commissariando spazi di informazione che non riescono a bloccare in altro modo”.
Quindi Usigrai azzanna Unirai che “non se ne accorge e infatti loda le iniziative dei vertici dell’azienda anziché occuparsi di chi ci lavora: colleghi giornalisti che si vedrebbero togliere da un amministratore la gestione della scaletta, degli ospiti, dei contenuti e delle redazioni”. Per il sindacato si tratta di “un vero capolavoro di questo vertice che a soli pochi mesi dalla nomina, si muove come un’anatra zoppa, senza il potere di indicare nemmeno un direttore, tranne l’unico voluto dal governo, subito riassunto in Rai per tutta la durata del mandato dell’Ad. Per il resto c’è l’interim”.
La replica dei dirimpettai Unirai non s’è fatta attendere: “Surreale polemica quella sollevata da Usigrai, Pd, Avs e M5s sull’istituzione di commissari editoriali nelle direzioni di genere daytime e approfondimento. La circolare interna ricorda testualmente, a seguito di un audit aziendale, che ’tutti i programmi devono essere assegnati ad una struttura formalmente istituita con l’indicazione di un responsabile editoriale della struttura stessa’, cioè si richiama al rispetto della corretta organizzazione gestionale, editoriale, amministrativa, che prevede appunto la figura del capo struttura, senza mai indicare fantomatiche creazioni di sovrastrutture o commissari editoriali”. La conclusione: “Il burocratese purtroppo vigente anche nelle comunicazioni interne Rai può certamente rendere difficile l’interpretazione immediata di alcuni documenti, ma dai colleghi giornalisti Usigrai ci si aspetterebbe la capacità di un’onesta verifica delle informazioni invece che infondati allarmismi atti solo a fomentare strumentali attacchi politici contro il Servizio Pubblico”. Insomma, Report fa litigare Usigrai e Unirai. Ancora una volta.