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Il caso Conte fa litigare il calcio e la stampa

Il caso Conte tiene banco anche fuori dagli stadi. La polemica innescata dal tecnico e dalla società dell’Inter contro la stampa può avere conseguenze importanti. Tutto è iniziato dalla critica a una lettera pubblicata dal Corriere dello Sport in cui un lettore aveva definito “esaurito” l’allenatore nerazzurro. Lui l’ha presa male, la società peggio: così è stata annullata la conferenza stampa prepartita.

La reazione del mondo dell’informazione è stata piccata. L’associazione lombarda dei giornalisti ha tuonato: “Con questa scelta abbiamo raggiunto il limite: non è ammissibile che una squadra, un dirigente, un allenatore non abbiano rispetto dei giornalisti (e dei tifosi che leggono i giornali) e decidano di annullare un incontro con la stampa perché ore prima un quotidiano ha pubblicato qualcosa di non condiviso”. Quindi il presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, Paolo Perucchini ha aggiunto: “Un atteggiamento che diventa più grave con la giustificazione diramata via social: ‘Per dare un segnale a tutti i media, che devono garantire il rispetto delle persone’. Secondo il sindacato lombardo dei giornalisti, invece, «incontrare la stampa sarebbe stato il modo migliore per stigmatizzare, ribattere o contestare la pubblicazione non condivisa. Oscurare non è mai la scelta giusta. Va ricordato che se ci sono offese, giornali e giornalisti ne rispondono nelle sedi deputate”.

L’Ussi e l’Ordine dei Giornalisti hanno chiesto l’intervento della Procura federale sportiva. I presidenti Carlo Verna (Cnog) e Luigi Ferrajolo hanno duramente stigmatizzato le scelte del club: “Il rispetto che il mondo del calcio proclama anche sulle maglie è una cosa seria. Se fosse un gioco, qui il flipper sarebbe andato in tilt. Intervenga subito la Procura federale, perché dire che l’atteggiamento del signor Conte allenatore dell’Inter è inaccettabile, maschera l’indignazione e resta senza conseguenze. Occorrono – aggiungono in risposta Ordine e Ussi -provvedimenti come avemmo modo di esporre parlando nei giorni scorsi a un seminario dell’Ussi,  alla presenza del presidente Gravina. L’articolo 21 della costituzione viene prima di ogni legge e di tutte le carte federali. Non accettare le critiche del singolo sarebbe di per se’ deprecabile, peraltro si parla di uno stimatissimo professionista dell’informazione, maestro di tanti”.

Redazione CCE

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