Il caso Adnkronos sbarca alla Camera. Deputati in coro: “Tutelare occupazione”

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La decisione dell’editore dell’agenzia di stampa Adnkronos Giuseppe Marra di ricorrere alla legge 223 sui licenziamenti collettivi dichiarando 23 esuberi – con i conti della società in ordine e all’indomani della formale conferma della convenzione (fornitura servizi contro contributo economico) tra Palazzo Chigi e le agenzie di stampa – rappresenta la punta di un iceberg che rischia di diventare sempre più grande. E’ quanto emerge dall’audizione svolta questa mattina in commissione Cultura alla Camera del Comitato di redazione dell’Adnkronos, dell’Ordine dei Giornalisti, della FNSI e della FIEG.
L’audizione davanti l’organismo presieduto da Giancarlo Galan, oltre a vedere espressa la solidarietà verso i giornalisti e i poligrafici dell’agenzia romana di Piazza Mastai, ha rappresentato l’occasione per contestare al governo il mancato controllo, a fronte dell’erogazione di risorse per determinate prestazioni, sul mantenimento dei livelli occupazionali da parte delle agenzie.
Gli interventi in commissione sono stati aperti da Marco Liconti, del Cdr di Adnkronos, che ha parlato di provvedimento ”inatteso e improprio” da parte dell’editore, con l’uso della legge sui licenziamenti collettivi che rappresenta ”un precedente gravissimo per l’intero settore dell’editoria”. Gli ha fatto eco l’altro rappresentante sindacale dell’agenzia, Cristiano Fantauzzi, secondo il quale ”l’approccio dell’azienda rischia di aprire una strada inedita e devastante in un settore che va certamente riformato ma seguendo le regole”.
Il segretario della Fnsi, Franco Siddi, ha parlato innanzitutto di una ”situazione intollerabile alla Kronos”. Nel momento in cui ”il governo conferma i rapporti contrattuali con tutte le agenzie di stampa e chiede che vengano mantenuti i livelli e le prestazioni dei servizi”, ha detto Siddi, ”ci si aspetterebbe che le aziende mantenessero i livelli occupazionali”. Invece ”alcune agenzie annunciano programmi di ristrutturazione con dichiarazioni di nuovi esuberi”. Per Siddi i tagli annunciati alla Adnkronos ”non sono praticabili, contravvengono le regole che ci siamo dati”.
Il segretario della Federazione della Stampa ha ricordato come nell’ultima convenzione tra governo e agenzie queste ultime siano state sollecitate a valutare ipotesi di fusioni tra di loro. ”Ma – ha fatto notare Siddi – se le fusioni servono a questo, ad annunciare esuberi, è inutile che si facciano”. Ancora, ha proseguito Siddi, contestualmente al contratto di convenzione ”è stato sottoscritto un atto di indirizzo per la riforma nel 2014 delle erogazioni alle agenzie. Proprio per questo non si capisce perché alcune agenzie stiano ora seguendo questa strada”.
Da qui il rinnovo del sindacato dei giornalisti dell’invito al sottosegretario con delega all’Editoria Giovanni Legnini affinché “affronti la problematica del rispetto delle convenzioni in rapporto alle prestazioni che le agenzie debbono dare”.
Per Francesco Cipriani, responsabile Area lavoro e welfare della Fieg, quella di Marra ”è stata una libera scelta imprenditoriale” a fronte di ”esuberi strutturali”. Cipriani, dicendosi ”pronto al confronto per cercare tutte le soluzioni alternative ai licenziamenti”, ha chiarito che la convenzione tra agenzie e Presidenza del Consiglio ”non è una sovvenzione, ma un contratto contro prestazione. E al suo interno non si fa riferimento a livelli occupazionali”. Secco l’intervento del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino: ”L’Adnkronos percepisce soldi dallo Stato. E l’idea che chi percepisce non rispetti i soldi dello Stato…”. Sulla stessa linea gli interventi dei deputati della Commissione, uniti nel chiedere un intervento del sottosegretario Legnini. ”Viviamo giornate drammatiche – ha sottolineato Giorgio Lainati di FI – ma non per questo è comprensibile la scelta di Marra. Ho chiesto l’intervento di Legnini ed ho sollecitato la presidente della Camera Laura Boldrini perchè scenda in campo per l’Adnkronos”. Sandra Zampa, Pd, ha parlato di ”contraddizione quando si dice che quella di Marra è una libera scelta perché – ha aggiunto – la Kronos, come altre agenzie, è un’azienda che utilizza risorse pubbliche. E si deve chiedere conto del loro uso. Legnini deve riferire e convocare un tavolo di confronto al quale debbono partecipare tutte le forze interessate”. Anche Marco Di Lello, Pd, ha chiesto che Legnini ”ci faccia sapere cosa vuole fare perché è vero che parliamo di un’azienda privata ma che riceve una convenzione onerosa da parte dello Stato”. Per Flavia Piccoli Nardelli, Pd, ”la commissione Cultura ha un ruolo estremamente importante nella vicenda delle agenzie, non solo nel caso della Kronos. Alla quale va comunque la mia solidarieta”’. Nicola Fratoianni, Sel, ha chiarito che ”non è possibile utilizzare i soldi pubblici per un uso che prescinde dalle norme date e con comportamenti indisponibili a considerare l’interesse collettivo. Intervengano Legnini e il ministro Giovannini valutando se sono da rivedere le convenzioni”. Il deputato di Scelta Civica Bruno Molea ha riferito di aver rivolto una interpellanza al ministro del Lavoro Giovannini e al Presidente del Consiglio Letta per ”fare chiarezza sull’iniziativa della Adnkronos”.
“L’Adnkronos deve delle spiegazioni al governo che non possono tardare ulteriormente” ha dichiarato Ernesto Carbone, del Pd. “A fronte di una convenzione pubblica di finanziamento e del buono stato dei conti dell’agenzia, non si capiscono le ragioni per cui si debba procedere al licenziamento collettivo di 20 giornalisti e 3 poligrafici. Chi di dovere esiga spiegazioni”, ha insistito il deputato del partito Democratico. Infine ha espresso “solidarietà ai giornalisti e ai poligrafici dell’agenzia di stampa Adnkronos, che ho avuto modo di incontrare nel presidio di Montecitorio e che vivono sotto la minaccia di una procedura di licenziamento collettivo per 23 persone” il deputato di Api Franco Bruno auspicandosi “che si arrivi presto  ad una soluzione e ad un chiarimento della vicenda”.

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