Da oggi il quotidiano “La Provincia” non è più in edicola. La testata locale, un punto di riferimento per l’informazione nella provincia di Frosinone, è l’ennesima vittima della crisi generale del settore dell’editoria. In questo caso specifico a determinare indirettamente la chiusura del giornale è stato il nuovo regime previsto per la corresponsione di contributi pubblici. La società Edi s.r.l. è proprietaria della testata, ma decise nel 2016 di rinunciare ai contributi. In questi anni il giornale è stato tenuto in vita da un accordo di affitto tra Edi s.r.l. e Editrice Italia s.r.l. Dal 2017, per poter accedere agli aiuti, è necessario che l’editore sia un soggetto no profit e proprietario della testata. Motivo per cui è iniziata una trattativa per la vendita del quotidiano dalla società proprietaria all’editore. Una negoziazione che, sfortunatamente per i giornalisti, fino ad ora non ha prodotto risultati degni di nota. Per questo motivo il comitato di redazione ha dovuto prendere atto dell’impossibilità di continuare ad andare alle stampe, nonostante gli sforzi perseguiti per arginare la situazione. I giornalisti erano stati infatti concordi nel ritenere di poter formare una cooperativa, al fine di poter continuare a recepire i contributi.
Nel suo ultimo editoriale il direttore del quotidiano Dario Facci, al timone da poco più di un anno, ha ringraziato giornalisti e poligrafici per l’impegno costante nella produzione di contenuti. Ha poi denunciato la gravità della scomparsa del giornale per l’informazione locale, che priva tanta gente di un importante riferimento territoriale. Quella de “La provincia” non è purtroppo una situazione inedita. I big dell’editoria hanno le risorse per sopravvivere a questa lunga crisi, pur non avendo ancora individuato corretti modelli di business nella nuova era del digitale. Per le testate locali, spesso dipendenti dai contributi pubblici, questo è molto più difficile. E ogni giornale che muore, come sottolineato da Facci, comporta una perdita per il pluralismo.
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