I giornalisti Rai Battistini e Traini ricercati in Russia, le reazioni in Italia

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La Russia ha inserito la giornalista Rai Stefania Battistini, e il suo cameraman Simone Traini, nella lista dei ricercati. Sono accusati di aver passato illegalmente i confini, un reato che Mosca punisce con cinque anni di carcere. Un atto che fa seguito al servizio, firmato proprio da Battistini e Traini, al seguito delle truppe ucraine all’epoca dell’invasione della regione di Kursk. Un fatto che appesantisce le relazioni diplomatiche tra i due Paesi e che fa insorgere, insieme alla politica, anche il mondo del giornalismo. Difatti, subito dopo che la notizia dalla Russia si è diffusa in Italia, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha deciso di convocare con urgenza l’ambasciatore russo. “Ho fatto convocare alla Farnesina l’ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell’Interno russo”, ha riferito Tajani su X.

Il senatore di Italia Viva Enrico Borghi ha espresso solidarietà “ai giornalisti Stefania Battistini e Simone Traini, coraggiosi professionisti inseriti nella lista dei ricercati in Russia per aver svolto il loro lavoro in maniera onesta e indipendente. La repressione della libertà di stampa è un attacco ai valori democratici e al diritto di ogni cittadino di essere informato. Condanniamo fermamente queste azioni da parte della Russia, che cercano di soffocare la verità e intimorire chi difende il diritto all’informazione”. “La libertà di stampa – ha concluso Borghi – non può e non deve essere messa a tacere”.

C’è fermento nel mondo dei giornalisti. Intanto, in una nota ufficiale, la Rai ha fatto sapere che “la decisione del Ministero degli Interni russo di inserire nell’elenco delle persone ricercate la giornalista della Rai Stefania Battistini e il suo operatore Simone Traini per il reportage nell’oblast di Kursk rappresenta un atto di violazione della libertà d’informazione”. Pertanto, secondo viale Mazzini, “la giornalista e l’operatore hanno svolto in modo esemplare e obiettivo il proprio lavoro di testimoni degli eventi”. L’Usigrai ha chiesto “al governo italiano di proteggere proteggere al massimo livello Battistini, Traini e tutti i colleghi impegnati nella sede Rai di Mosca da qualunque tentativo di limitazione della libertà personale e professionale da parte di un governo antidemocratico come quello russo che reprime la stampa libera e utilizza il carcere per spegnere le voci critiche”. Per i giornalisti di viale Mazzini, “il mandato di cattura diramato dal ministero dell’interno russo nei confronti di Stefania Battistini e Simone Traini è un atto inammissibile e un precedente pericoloso. Il giornalismo non è un reato e raccontare una guerra è anzi uno dei doveri fondamentali per ogni cronista specialmente del servizio pubblico. I due giornalisti, accusati di aver violato i confini russi, hanno semplicemente svolto il loro lavoro che è protetto dal diritto internazionale umanitario”.

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