I CONTRIBUTI POMERIDIANI DEI POLITICI AL SEMINARIO SULL’EDITORIA ITALIANA ALL’ESTERO (2)

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Nel pomeriggio di ieri ha preso il via la seconda parte del Seminario “Per un nuovo sistema di provvidenze all’informazione italiana all’estero”. Sotto la guida del coordinatore Piero Badaloni, direttore di ‘Rai International’, i lavori si sono svolti in due fasi distinte: una prima dedicata alla richieste degli editori cui è seguita una seconda in cui a parlare sono stati i politici.
I TAGLI ALL’EDITORIA
Nella discussione ha avuto un rilievo particolare il problema dei fondi. I tagli operati dalla finanziaria non piacciono e si propongono criteri per razionalizzare la distribuzione delle provvidenze: si passa dall’analisi quantitativa, anche se di difficile realizzazione, al reale controllo da parte dei consolati del lavoro svolto nei vari paesi. Grande critica viene fatta, infatti, al mal costume della montatura delle tirature che troppo spesso riescono a non essere controllate da chi di dovere. C’è chi come Ferretti de ‘L’Italiano’ afferma che “I fondi sono pochi e mal utilizzati. Ma il problema sta nel modo di dare i soldi, poiché è troppo macchinoso, ma qualcosa elargisce a tutti. Bisogna rispettare i contributi degli italiani e se questo è il modo di darli, allora è quasi meglio non distribuirli per nulla”.
ON. FARINA
Gli interventi dei politici partono con il contributo dell’onorevole Farina che afferma: “E’ importante dare una informazione di qualità agli italiani che vivono fuori dal nostro paese, persone che non devono essere chiamate ‘emigrati’, poiché è solamente un cittadino italiano che vive all’estero, ma che dentro di se si sente a tutti gli effetti italiano”. “La stampa – ribadisce in conclusione Farina – non deve rappresentare gli stereotipi, ma la realtà e deve aiutare gli italiani all’estero a far conoscere l’Italia”.
ON. NARDUCCI
L’onorevole Narducci riporta l’attenzione sui tagli all’editoria: “Riguardo ai tagli bisogna capire che l’editoria italiana all’estero è una ricchezza che non può essere spazzata via utilizzando la scusa ‘la politica del fannullone’. Certo è importante la qualità del lavoro svolto da questi editori, ma il problema è che bisogna prima di tutto concentrarsi sull’eliminare chi imbroglia in questo settore. La rete diplomatica consolare deve smetterla di mettere la testa sotto terra e fare come lo struzzo, facendo finta di non vedere. Le certificazioni devono essere corrispondenti alla realtà. Un altro elemento è quello della moltiplicazione delle testate – lo stesso editore che crea prodotti satellite per prendere più soldi. Bisogna, dunque, partire da qui per rivedere il sistema della stampa italiana all’estero”.
ON. MERLO
L’onorevole Merlo ricorda che: “Ci troviamo in un momento di grande difficoltà, c’è una turbolenza finanziaria. Nonostante ciò non è il momento di tagliare, ma bensì di riorganizzare questo settore. E quando parlo di razionalizzazione, intendo anche la trasparenza che deve essere alla base dell’erogazione di questi fondi. Bisogna premiare le testate che realmente lavorano e che promuovono la lingua italiana. E bisogna cancellare quelle testate che letteralmente ‘non esistono’. Bisogna soprattutto pensare alle svolte future. Bisogna capire che non esiste un mercato unico, ma ce ne sono vari e si deve trovare un punto di incontro tra questi diversi mercati”.
ON. RAZZI
L’onorevole Razzi torna a ripetere come “Abbiamo una lingua stupenda e dobbiamo salvaguardarla. E’ giusto difenderla con la tv, la radio, ma anche con i giornali” – proponendo poi – “di dare meno fondi ai giornali qui in Italia e più fondi alla stampa edita all’estero”.
SEN. ALFREDO MANTICA
Terminati gli interventi dei parlamentari eletti nelle circoscrizioni estere è stata la volta del senatore Alfredo Mantica, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri con Delega per gli Italiani all’estero, il quale, pur assente, ha inviato un messaggio tramite un suo portavoce in cui dopo aver fatto una panoramica degli introiti che ricevono gli editori italiani all’estero ha auspicato come “nell’epoca di internet sia opportuno investire nelle nuove tecnologie. La questione è aperta, poiché non si tratta solamente di problemi politici, ma di vere e proprie scelte di mercato. La funzione principale di uno strumento di comunicazione del 3° millennio dovrebbe essere quello di cercare di fare rete, fare network e credo – ha concluso Mantica – che l’obiettivo futuro si quello di costruire una grande piattaforma degli italiani nel mondo e di chi non è italiano ma guarda all’Italia”.
RICCARDO FRANCO LEVI
La risposta alla questione posta in essere da questo Seminario è venuta dalla voce di Riccardo Franco Levi il quale ha mostrato immediatamente la sua preoccupazione. “La situazione non è felice. Le voci riguardanti l’editoria all’estero, ma non solo, subirà dei forti tagli e di certo non posso essere io il difensore di una politica che non condivido. Io ho lavorato al fianco di Rai International e ho notato come è cambiata la comunità degli italiani all’estero. Accanto alle comunità tradizionalmente costituite, ci sono gli italiani che viaggiano per il mondo e ci sono anche i non italiani comunque interessati all’Italia. Per questi tipi di target bisognava fare una televisione di qualità, come deve essere fatta un’editoria altrettanto di livello. E’ vero che per ottenere ciò, e noi ne avevamo fatto richiesta, bisognerebbe incattivire i controlli riguardo chi specula sui contributi e le provvidenze. Bisogna capire che anche grazie alla stampa la comunità italiana fuori confine continua a vivere e questo è un valore enorme. Putroppo – conclude Levi – vedo un futuro negativo davanti a noi”.
ONOREVOLE GASPARE GIUDICE
L’ultima parte del Seminario riguarda la risposta di Camera e Senato agli editori e la voce che parla è quella dell’onorevole Gaspare Giudice, Vice Presidente della Commissione Bilancio della Camera, il quale dichiara come questo “Sia un momento fondamentale per far scoppiare la pace. Ci troviamo in un momento di crisi finanziaria che chiamo crisi di sistema. E c’è bisogno di pace in questi momenti per riscrivere le regole. E’ evidente che in questo periodo critico se ci sono delle risorse vanno impiegate per affrontare il terremoto finanziario che il mercato mondiale sta vivendo, ma bisogna anche cercare, compatibilmente con i problemi di bilancio, di affrontare anche situazioni importanti come quella dell’editoria. E la Camera ed il Senato rispondono agli editori con il proprio impegno. Condivido l’importante ruolo della stampa italiana all’estero. La strada è lunga, questa crisi è forte e racchiude grandi responsabilità. Se non avremo la capacità di riscrivere le regole insieme difficilmente riusciremo ad uscire da questa crisi”.

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