I collaboratori del Messaggero hanno indetto tre giorni di sciopero

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I collaboratori del Messaggero hanno deciso di incrociare le braccia: saranno tre giorni di sciopero per convincere l’azienda a fare un passo indietro sulla proposta che prevede l’ennesimo taglio ai guadagni dei lavoratori non dipendenti del giornale.

La decisione è arrivata nelle ultime ore. Per i giornalisti precari che collaborano alla storica testata romana, è giunta l’ora di fare sul serio: “Non abbiamo altra scelta. Per la dignità del lavoro, per il diritto dei giornalisti di informare, e per il diritto dei lettori di essere informati da giornalisti liberi e indipendenti, siamo costretti a proclamare un pacchetto di 3 giorni di sciopero contro i tagli dei compensi e per lanciare un segnale forte all’editore che sta ignorando ogni richiesta di dialogo. D’intesa con il sindacato unico e unitario dei giornalisti Italiani, la Fnsi, l’Assemblea di Collaboratori del Messaggero dichiara sciopero nei giorni venerdì 10, sabato 11 e domenica 12 luglio e invita tutte le colleghe e i colleghi ad aderire alla protesta”.

Le ragioni dell’iniziativa: “Dopo che l’azienda non si è degnata nemmeno di sedersi a discutere; dopo aver dimostrato in tutti i modi, e in anni di lavoro, l’apporto fondamentale dei giornalisti non-dipendenti e il senso di appartenenza alla testata; dopo la reiterata non applicazione del Contratto nazionale di lavoro nella parte che regola il nostro lavoro: scioperiamo”. E dunque, dopo aver chiesto ancora una volta all’azienda di eliminare la “proposta”, aggiungono: “Solo tenendo i taccuini chiusi e i pc spenti speriamo che l’azienda apra il confronto, che chiederemo incessantemente anche tramite la mediazione delle istituzioni, chiamate in causa da un comportamento inaccettabile dell’editore”.

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