Oggi presidio giornalisti davanti Palazzo Chigi
Si apre oggi pomeriggio il tavolo Governo-editori delle agenzie di stampa titolari di convenzione con palazzo Chigi, convocato dal Dipartimento per l’Editoria della presidenza del Consiglio in vista della definizione delle nuove norme di settore e sull’attribuzione delle convenzioni.
Il tavolo fa anche seguito all’audizione in Parlamento del Sottosegretatio con delega all’Editoria Giovanni Legnini e della risoluzione unanime approvata dalla Commissione Cultura che impegna il Governo a fare luce sulla vertenza in atto all’Adnkronos che fa seguito all’avvio di una procedura di licenziamento per 20 giornalisti e 3 poligrafici subito dopo la firma delle convenzione 2014 con palazzo Chigi e a riferire sui movimenti in atto nelle altre agenzie di stampa.
In concomitanza con la riunione di oggi fra editori e governo, i cdr dell’agenzia Adnkronos e di Mak Multimedia hanno indetto una assemblea-presidio alle ore 17 davanti al Dipartimento per l’Editoria, per proseguire le iniziative di protesta, invitando “tutti i cdr e i singoli colleghi a portare la loro solidarietà ai cdr del gruppo Marra”. Tra quanti hanno risposto all’appello figura anche il Comitato di redazione dell’agenzia Asca che ha ribadito la propria solidarietà “ai colleghi dell’Adnkronos” annunciando l’adesione al presidio organizzato nelle vicinanze di Palazzo Chigi.
“La posta in gioco è altissima” ha affermato, in una dichiarazione, il segretario della Associazione Stampa Romana (Asr) Paolo Butturini secondo il quale “se dovesse passare la prassi di utilizzare la legge 223, si aprirebbe uno scenario drammatico per moltissime testate, soprattutto medie e piccole”.
Per Butturini: “E’ un tentativo che va respinto con decisione, mobilitando tutte le forze a disposizione del sindacato e creando alleanze all’interno del tessuto sociale, economico e politico”. In ultima istanza, ha concluso il segretario dell’Asr: “si tratta di difendere l’autonomia della professione e la libertà di informazione, principi fondanti dell’esistenza stessa della categoria dei giornalisti”.
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