La voce ricavi di Google “vale” tre volte quella di Rcs-Cairo Communications, cinque volte Gedi. L’Agcom ha pubblicato ieri sera i “conti” del valore economico del sistema integrato delle Comunicazioni riferito all’anno 2022. Le sorprese sono solo per chi ha vissuto su Marte negli ultimi anni. La Rai è prima con un’incidenza dei suoi ricavi sull’intero Sic pari al 13,1%. È pur sempre la rete audiovisiva di Stato. Poi ci sono i giganti del web, gli over the top che si piazzano in vetta alla classifica. Al primo posto tra le major digitali, primo tra gli Ott, è Google i cui ricavi valgono l’11,3 per cento dell’intero valore del Sic. Al terzo posto Sky-Comcast che supera Mediaset (rispettivamente 9,9% e 7,6%). Quindi c’è Meta con la sua galassia Facebook-Instagram che vale il 7,6% del Sistema integrato delle Comunicazioni. Meno della metà vale Amazon (3,7%) e ancora meno Cairo Communications, primo polo editoriale “cartaceo”, per un’incidenza complessiva pari a solo il 3,5%. Subito dopo c’è Gedi (2,7%), in mezzo a loro Netflix che vale il 3,2 per cento di tutti i ricavi del Sic. Chiude la top Ten la piattaforma streaming sportivo di Dazn che non supera il 2 per cento (1,9%). A scalare, poi, Warner Bros e Discovery (1,2%) e infine Telecom (1 per cento).
Come mai c’è stata questa accelerata delle piattaforme digitali? Semplice, perché come spiega proprio l’Agcom nella sua nota, il primato degli investimenti appartiene al grandissimo affare della pubblicità online. Un business che vale nel 2022 ben 6,3 miliardi pari al 32,6% dell’intero valore del Sic. L’aumento è vertiginoso ed è pari al 55% in appena due anni. Uno sprint golosissimo che tiene a distanza la pubblicità sui media tradizionali, cioè giornali, radio e soprattutto tv, che non supera nemmeno la soglia dei cinque miliardi di euro (29,6%). Ma dove vanno tutti questi soldi? La maggior parte finisce nelle casse proprio delle major digitali che lasciano agli altri le briciole. Ce lo siamo detti tante volte ma ragionare coi numeri alla mano rende plastica la dimensione dell’affare e la relativa esiguità delle richieste avanzate, nel corso del tempo, da editori e istituzioni agli over the top. Che, però, di sganciare pure qualche milione di euro non ne vogliono sapere.
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