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Google non ha rispettato i patti UE sulla Privacy. In Francia pronta una multa salata

Il garante per la privacy francese, la Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL), ha avviato la procedura sanzionatoria nei confronti di Google. Il colosso statunitense venerdì scorso ha mancato la scadenza che le era stata concessa per riordinare la sua policy per la privacy. A questo punto è quasi scontato non solo il “processo” ma anche una sanzione da diverse centinaia di migliaia di euro. Attualmente i regolamenti francesi prevedono una massima ammenda di 150mila euro in presenza di prima violazione, ma CNIL sta pensando di considerare ogni utente francese colpito dagli abusi come singolo caso a sé stante. Insomma, la multa potrebbe raggiungere soglie davvero preoccupanti per l’azienda. Google ovviamente ha ribadito di rispettare le regole comunitarie e di stare collaborando con CNIL, ma come tutti ben sanno l’argomento ormai è al centro di una querelle che investe Bruxelles e tutti gli stati membri. Nell’ottobre del 2012 ben 27 autorità europee per la tutela della privacy hanno domandato a Google di conformarsi alla direttiva UE. L’aggiornamento della policy avvenuto a marzo 2012 ha unificato la gestione dei dati personali di tutti i servizi online raggruppando le informazioni e consentendo al colosso statunitense di usarle per scopi diversi rispetto ai motivi della loro raccolta. In Europa appare inaccettabile ad esempio che i dati utente sulle preferenze di YouTube possano essere abbinati alle attività su Google+ o Android. Ecco quindi la decisione del CNIL di mantenere la promessa di giugno con una sanzione esemplare. Si parla anche della possibilità di sfruttare i nuovi poteri concessi dalla legge comunitaria (in materia di privacy) che sarà votata a fine ottobre dal Parlamento Europeo: sanzioni fino al 2% del fatturato globale dell’azienda incriminata. Per ora Google rischia infatti multe massime di 1,5 milioni di euro in Spagna, 1,2 milioni in Italia e 1 milione ad Amburgo. Da rilevare che CNIL aveva proposto almeno 6 rimedi per affrontare il problema privacy, ma Google ha preferito attendere la scadenza per sottolineare ancora una volta che la legge francese non può essere applicata a tutti i suoi servizi usati dai cittadini residenti.

fonte:http://www.tomshw.it

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